Terremoto, adesso Renzi se la prende con l’Europa
03 Novembre 2016
Matteo Renzi al Politecnico di Milano parla dei borghi italiani colpiti dal terremoto, della identità del nostro Paese che va difesa, “La qualità italiana deve partire dai borghi- spiega Renzi – e deve permettere di continuare a vivere nei borghi, anche se questo costerà di più. Non dobbiamo preoccuparci del fatto che i piccoli borghi sono piu difficili da difendere. Ognuno deve fare uno sforzo per consentire a quella parte di popolazione di stare li'”, dice il premier. “Oggi l’Europa ha sede nella Chiesa di San Benedetto a Norcia”, spiega il premier. “
E non solo perché anche l’Europa ha bisogno di essere ricostruita, ma questa è una questione politica, ma perché i borghi sono l’anima del nostro territorio”. Metteremo i soldi necessari per la ricostruzione Per la ricostruzione dei paesi distrutti dal terremoto “tutto quello che serve in termini di soldi, lo mettiamo”, ha detto il Renzi nel corso dell’incontro sul progetto Casa Italia con i dottorandi del Politecnico di Milano. “La scommessa per i prossimi 30 anni è quella di creare un sistema in cui mettiamo al centro la prevenzione.
“Per decenni l’Italia non ha pensato al futuro”, aggiunge Renzi, “siamo bravissimi nelle emergenze”, “ma serve la prevenzione. C’è molto da fare”. Tutto giusto, ci mancherebbe, i nostri borghi e la identità italiana da difendere. Ma c’è un virgolettato attribuito a Renzi che lascia perplessi: “Non possono crollare le scuole in nome della stabilità europea”. Ennesimo colpetto demagogico usato da un premier che mentre fa la voce grossa in patria a uso e consumo degli elettori, dicendo che l’Italia a Bruxelles non può fare la bella addormentata che prende appunti, poi, nelle riforma costituzionale, costituzionalizza, appunto, il vincolo esterno, togliendo un altro pezzo di sovranità al nostro Paese. Ecco, Renzi avrebbe fatto meglio a parlare di terremoto, borghi e prevenzione, lasciando stare per una volta da fuori l’Europa.