Volkswagen, 5 milioni di multa per lo scandalo
08 Agosto 2016
Volkswagen AG e Volkswagen Group Italia S.p.A sono finite nel mirino dell’Antitrust per via dello scandalo Dieselgate. L’authority ha deciso una sanzione da cinque milioni di euro per le due società , per avere messo in atto una pratica commerciale scorretta.
Il riferimento è alla commercializzazione sul mercato italiano di autoveicoli diesel omologati “attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni ossidi di azoto (NOx) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada”.
La multa prevede una multa dalla cifra che comunque stride e lascia perplessi di fronte all’accordo raggiunto negli Usa tra la casa tedesca e il governo: il Dipartimento di Giustizia statunitense ha imposto a Volkswagen un accordo da 14,7 miliardi di dollari per risolvere la class action scattata per lo scandalo delle emissioni truccate e per chiudere i contenziosi con l’agenzia per la protezione ambientale (Epa) e il Dipartimento stesso.
Proprio mentre l’Antitrust italiano annuncia la multa da cinque milioni di euro a Volkswagen per lo scandalo emissioni, media tedeschi segnalano la decisione di un tribunale che spiana la strada ad un “processo pilota” in cui la casa automobilistica di Wolfsburg rischia di pagare quasi quattro miliardi per la stessa questione.
La pratica italiana, si legge, riguarda “la commercializzazione sul mercato, a partire dall’anno 2009, di autoveicoli diesel la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software in grado di alterare artificiosamente il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti. Ciò al fine di fornire un risultato delle emissioni ossidi di azoto (NOx) più basso di quello ottenibile nella modalità che invece si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada”.
Volkswagen non ha rispettato il Codice del Consumo, venendo meno agli obblighi di diligenza professionale. L’Antitrust scive così: “ha indotto i consumatori ad assumere una scelta che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati”.
E pertanto “l’Autorità ha parimenti ritenuto scorretta la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture.”