Aleppo, ecco l’allarme dell’Onu: si rischia una catastrofe umanitaria
17 Agosto 2016
E’ salito a 33 civili uccisi il numero delle vittime ad Aleppo, dove le forze del regime di Damasco e gli alleati russi stanno bombardando la zona orientale in mano ai ribelli e quest’ultimi stanno colpendo l’area occidentale controllata dalle forze governative.
A riferirlo sono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani precisando che sono almeno 24, tra cui tre bambini, i civili uccisi in bombardamenti nei quartieri di Sakhur e Tariq al-Bab controllati dai ribelli. Il numero delle vittime rischia di aumentare in quanto alcuni feriti versano in gravi condizioni.
Secondo il segretario generale Onu Ban Ki-moon, nell’ultimo rapporto al Consiglio di Sicurezza: c’è il rischio di “una catastrofe umanitaria senza precedenti”. Ban ha esortato Usa e Russia a raggiungere rapidamente un accordo per il cessate il fuoco e ha denunciato il fatto che, per conquistare il territorio, “vengano condotti attacchi indiscriminati nelle aree residenziali, anche attraverso l’uso di bombe a botte, nei quali rimangono uccisi centinaia di civili, tra cui decine di bambini”.
Intanto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, rilanciando il pressing sull’amministrazione Obama, ha detto che: “L’obiettivo principale è di stabilire finalmente un coordinamento” con gli Usa “per risolvere la crisi siriana”.
Mosca da tempo insiste per arrivare ad un accordo operativo con gli Stati Uniti in Siria, che apra la via alla fine dei combattimenti e a una fase negoziale post-bellica in cui il presidente Bashar al Assad possa reclamare un ruolo. Ma gli Usa indugiano.
Il fatto che caccia russi partano dall’Iran per bombardare postazioni del sedicente Stato Islamico in Siria facilita la lotta di Mosca contro i jihadisti. Ne è convinto l’ambasciatore di Ankara a Roma Aydin Adnan Sezgin, per il quale “il bombardamento delle postazioni di Daesh in Siria da parte di caccia russi che partono dall’Iran facilita la lotta a Daesh sia dal punto di vista tecnico, sia militare”.
Sottolineando che la Turchia dialoga sia con la Russia, sia con l’Iran a proposito della crisi in Siria, Sezgin ha detto, nel sottolineare che la Turchia sta dialogando con la Russia e con l’Irana, a proposito della crisi in Siria, Sezgin, ha detto che: “la lotta diretta della Russia contro Daesh non è un problema nelle condizioni attuali. La nostra preoccupazione riguarda un eventuale danno rispetto all’opposizione moderata o gruppi civili nell’area colpita che vengono penalizzati da queste operazioni”.