Forze irachene dentro Mosul, Isis brucia pozzi petroliferi. Ucciso “tesoriere” stato islamico

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Forze irachene dentro Mosul, Isis brucia pozzi petroliferi. Ucciso “tesoriere” stato islamico

07 Novembre 2016

Le forze irachene sostenute dalla coalizione a guida statunitense sono entrate a Mosul, roccaforte dell’Isis in Iraq, dove da giorni infuria la battaglia. Le forze curde, sunnite e sciite, appoggiate dagli Usa, hanno annunciato anche l’inizio di un assalto a Raqqa, bastione dei jihadisti in Siria. Le forze curde Peshmerga sono entrate invece nella città di Bashiqa, a nord-est di Mosul, dopo averla circondata per giorni. Bashiqa e’ da oltre due anni sotto il controllo dello Stato islamico e la sua conquista ed è un obiettivo fondamentale per le forze curde e irachene.

Le forze antiterrorismo irachene hanno ucciso il tesoriere dello Stato islamico a Mosul, Faris Abu Bakr, sulla sponda orientale del fiume Tigri. Faris Abu Bakr, noto come Abu Mohammed, sarebbe stato eliminato nel quartiere di Al Zahra. Ieri un altro boss dello Stato Islamico, Abu Hamza al Ansari, di origini algerine sarebbe stato ucciso a sud di Mosul. Nelle ultime ore, per tentare di bloccare l’avanzata delle truppe irachene e dei loro alleati, i jihadisti hanno incendiato 19 campi petroliferi e, come ha riferito la Bbc, una nube tossica ha avvolto Mosul e le zone circostanti
 
Gli sforzi militari iracheni e della Coalizione hanno portato ad una forte riduzione del numero di stranieri che si uniscono alle forze dell’Isis in Iraq e la Siria. Il Pentagono ha spiegato che dai 2.000 al mese dell’inizio del 2015 si è passati ora ad una media di 200. Controlli più severi sul confine turco – la porta d’ingresso principale per la Siria – e una migliore sorveglianza dell’intelligence europea hanno anche contribuito ad arginare il flusso di reclute straniere. 

Il materiale di propaganda online dello Stato islamico si è ridotto del 70%, passando dai 700 messaggi al mese del mese di agosto 2015 ai 200 della scorsa estate, secondo il Centro antiterrorismo dell’Accademia militare americana di West Point (Ctc). A settembre, il leader della propaganda dell’Isis, al Adnani, era stato ucciso in un attacco aereo. Secondo gli esperti, Isis “stenta a mantenere l’aspetto di uno stato funzionale” e attraente. Ma tutto questo non impedirà ai jihadisti dell’Isis di organizzare nuovi attacchi contro l’Occidente.