A Hong Kong torna protesta degli ombrelli, rispunta “Occupy Central”

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A Hong Kong torna protesta degli ombrelli, rispunta “Occupy Central”

07 Novembre 2016

A Hong Kong torna la “protesta degli ombrelli”, dopo che il governo della Cina ha bocciato la nomina di due deputati indipendentisti. Ieri i manifestanti hanno marciato per le strade di Hong Kong, la ex colonia del Regno Unito, contestando la mancata nomina degli eletti lo scorso settembre.

Fino a venerdì scorso le autorità di  Hong Kong avevano fatto sapere che si sarebbe stata una verifica legislativa a livello costituzionale, la “Basic Law”, la costituzione locale, per capire se i due parlamentari, ostili a Pechino e che avevano sfidato la Cina farfugliando dei nomi storpiati di proposito al momento del loro ingresso in consiglio legislativo, potessero restare al loro posto.

Leung e Yau, i due parlamentari, avevano prestato giuramento il 12 ottobre scorso al parlamento di Hong Kong con indosso uno striscione recante la scritta “Hong Kong non è Cina” e avevano usato termini offensivi sulla Repubblica Popolare Cinese, il cui nome per esteso compare nella formula del giuramento. 

Finché l’Assemblea nazionale del popolo ha detto NO: “ogni parola o azione che contravviene deliberatamente ai requisiti prescritti, sfidano le procedure di giuramento, o che persino sfrutta la possibilita’ di insultare il paese e il popolo cinese, deve essere fermata in conformità con la legge”, dice l’assemblea. E il capo dello staff rassicura le decisioni del parlamento cinese saranno “implementate”.

In realtà, per gli esperti costituzionalisti, si tratterebbe di una ingerenza cinese che viola l’autonomia di Hong Kong, e il modello di convivenza fissato dallo schema “Un Paese, due sistemi”. Così, ieri, centinaia di persone si sono riunite a Western Street, nel distretto di Sai Ying Pun, per raggiungere gli uffici di Pechino, con la polizia armata di spray al peperoncino da una parte e dall’altra i dimostranti a farsi scudo con gli ombrelli. 

Già lo scorso ottobre, migliaia di sostenitori pro-Pechino si erano radunati davanti al palazzo dell’Assemblea Legislativa per protestare contro i deputati pro-indipendentisti che avevano fatto irruzione nell’aula per prestare di nuovo giuramento. Ieri invece le proteste a sostegno dei due parlamentari, con circa tredicimila persone per le strade di  Hong Kong.

Si riapre dunque il fronte delle contestazioni anti-cinesi, a quasi due anni dalle manifestazioni pro-democratiche di Occupy Central, che hanno bloccato il centro cittadino per 79 giorni tra settembre e dicembre 2014, chiedendo la nomina popolare dei candidati alle prossime elezioni per la carica di capo esecutivo di Hong Kong, previste per l’anno prossimo. 

Quelle di Occupy Central sono state definite le più grandi manifestazioni di protesta contro Pechino dopo piazza Tian’anmen del 1989.