Quando va al Governo, la sinistra da pluralista diventa ingorda

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Quando va al Governo, la sinistra da pluralista diventa ingorda

17 Dicembre 2015

Nella cultura democratica dei partiti che hanno governato il Paese sino al 1994, era scontato riconoscere all’opposizione una sua presenza  nella Corte Costituzionale, quella sinistra che designava chi riteneva fosse più titolato a rappresentarla.

 

Dopo il 1994 il centrodestra, quando ha vinto le elezioni, ha sempre rispettato questi principi, sino ad essere determinante, nella scorsa legislatura, per l’elezione alla Corte Costituzionale di Sergio Mattarella, candidatura autorevole avanzata dal Pd, con esperienza politico-parlamentari e di Governo, che ne facevano sicuramente personalità rappresentativa di una parte soltanto dello schieramento politico.

 

L’elezione di ieri di tre giudici della Corte, tutti e tre designati dall’area governativa con il concorso del M5S, ha per la prima volta privato il centrodestra  del rappresentante che gli spetta. Oggi abbiamo sentito giustificazione di tutti i tipi, la colpa è dell’infelice intervento dell’onorevole Brunetta alla Camera, la candidatura dell’onorevole Sisto era troppo di parte, lo stesso aveva difeso Berlusconi nei processi, eccetera.

 

In realtà la sinistra, maestra di cinismo, sostiene regole e pluralismo quando è in minoranza, non si fa scrupolo di prendersi tutto non appena diventa maggioranza. Qualcuno infatti dovrebbe ricordarsi che il candidato del centrodestra non era l’onorevole Sisto ma  il senatore Donato Bruno, commemorato al Senato con vera commozione e partecipazione sincera da parte tutti gli schieramenti, in particolare con un intervento della senatrice Finocchiaro Fidelbo che ha concluso fra le lacrime ricordando le straordinarie doti dell’amico scomparso.

 

Domanda: perché il Pd, quando Bruno era ancora in vita e candidato, non l’ha votato? Costringendolo, cosa che ha fatto con dignità e compostezza, a ritirarsi dalla corsa.