Turchia fuori controllo: arrestato editore Cumhuriyet. Caccia turchi sconfinano in Grecia
11 Novembre 2016
ARRESTATO L’EDITORE DI CUMHURIYET, CHIESTO ERGASTOLO PER SCRITTRICE. Non c’è fine alle persecuzioni scatenate da Erdogan e dal governo della Turchia: oggi l’editore di ‘Cumhuriyet’, uno dei principali quotidiani di opposizione, è stato arrestato dopo il rientro a Istanbul dalla Germania. Il provvedimento nei confronti di Akin Atalay, questo il nome del dirigente, è stato eseguito pochi giorni dopo l’incarcerazione di nove cronisti dello stesso giornale. Il procuratore capo di Istanbul ha presentato richiesta di rinvio a giudizio, proponendo la pena dell’ergastolo, per la scrittrice Asli Erdogan, la linguista Necmiye Alpay e altri sette giornalisti ed editori del quotidiano Ozgur Gundem. Le due donne, in carcere dal 22 agosto, sono accusate di far parte del partito curdo dei lavoratori, Pkk, e di avere utilizzato il quotidiano a fini sovversivi. Oltre all’ergastolo, il procuratore ha presentato separatamente, richieste che vanno dai sei anni e mezzo ai 17 anni. Entro 15 giorni il giudice deciderà se accogliere le richieste dell’accusa o archiviare il procedimento.
NUOVI ARRESTI DI POLITICI CURDI. Una nuova raffica di arresti ha colpito anche il partito turco filo-curdo Hdp, dopo quelli di 10 suoi deputati, tra i quali i suoi due leader. All’alba, le forze speciali della polizia hanno fatto irruzione nelle abitazioni di sei collaborati del gruppo parlamentare dell’Hdp, arrestandone poi cinque. “E’ un’ulteriore manifestazione – ha commentato il partito in un comunicato – della volontà dell’Akp di Erdogan di ostacolare il lavoro del nostro partito politico a tutti i livelli e con tutti i mezzi”. Per l’Hdp, “il modo in cui gli arresti sono stati eseguiti dovrebbe far preoccupare tutti coloro che sostengono i diritti democratici e le libertà e credono nella necessità di politiche democratiche”. “La case dei nostri consiglieri – denuncia ancora il partito – sono state perquisite nelle primissime ore dell’alba e in due di esse la polizia ha sfondato la porta e ha eseguito perquisizioni illegali in assenza di avvocati nonché degli stessi consiglieri. In casa di Olcay Celik, consigliere della co-leader del partito Figen Yuksekdag, i poliziotti hanno preso di mira sua moglie con oscenità sessiste e ingiuriose”.
GOVERNO CHIUDE 370 ASSOCIAZIONI. Intanto, il ministero dell’Interno turco ha chiuso 370 associazioni, accusate di legami con “organizzazioni terroristiche”. Lo riferisce l’agenzia statale Anadolu. Tra i gruppi finiti sotto la scure di Ankara, sulla base di un decreto dello stato d’emergenza, almeno 190 sono ritenuti vicini al Pkk curdo, mentre 153 sarebbero legati alla presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Altre 19 associazioni sono sospettate di supporto al gruppo di estrema sinistra Dhkp-c e 8 all’Isis.
GOVERNO VUOLE CAMBIARE LA COSTITUZIONE. “Cambieremo la Costituzione insieme al Mhp (nazionalisti, ndr) e approveremo il sistema presidenziale”, ha detto il premier di Ankara, Binali Yildirim, dopo aver incontrato il leader dell’opposizione nazionalista, Devlet Bahceli. Il sistema presidenziale è fortemente voluto dal capo dello stato Recep Tayyip Erdogan. Il sostegno del Mhp è necessario alla maggioranza di governo per superare la soglia minima di 330 voti (su 550) per approvare in Parlamento modifiche costituzionali, da sottoporre poi a un referendum popolare, che l’Akp di Erdogan vorrebbe tenere entro aprile.
CACCIA TURCHI SCONFINANO IN GRECIA. Una squadra composta da quattro aerei caccia proveniente dalla Turchia ha violato oggi lo spazio aereo greco, sorvolando le regioni nord-orientale e centrale del mar Egeo. Si tratta dell’ultima di una serie di trasgressioni molto simili, stando a quanto riferito dalla stampa ellenica. Gli aerei turchi, due dei quali sarebbero stati armati, hanno violato lo spazio aereo della penisola per ben cinque volte. L’intervento dell’aeronautica ellenica ha allontanato gli aerei turchi, nel rispetto delle regole di ingaggio del diritto internazionale.
EUROPA: MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO IN VISITA IN TURCHIA NEI PROSSIMI GIORNI. Alcuni ministri degli Esteri europei alla riunione di lunedi’ potrebbero chiedere la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia all’Ue, a seguito degli arresti di massa e le notizie di violazioni dei diritti umani, dello stato di diritto, e le restrizioni alla libertà di stampa, che si registrano nel Paese, dopo il fallito tentativo di colpo di stato. A parlare apertamente di “sospendere” o di “congelare” i negoziati sono Austria e Lussemburgo, ma anche i Liberal-democratici (Alde) ed i Socialisti e democratici (S&D) all’Europarlamento. “La sospensione dei negoziati con la Turchia non è in agenda, ma è possibile che alcuni ministri la propongano”, spiegano fonti Ue. Ma per gli euroburocrati è necessario “lasciare il canale del dialogo” con Erdogan “aperto”, perché, al di là dell’accordo sui migranti che rischia di collassare, è importante “mantenere il Paese agganciato al processo democratico”. Non si capisce quale democrazia però. Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier “sarà in Turchia per una visita di lavoro il 14 e 15 novembre”, ha annunciato il ministero degli Esteri turco in una nota.
EGITTO CONDANNA DICHIARAZIONI DI ERDOGAN. Il governo egiziano ha duramente condannato le dichiarazioni rilasciate ieri in un’intervista ad al-Jazeera dal presidente Erdogan, nella quale ha accusato il “regime” del Cairo di “fornire supporto al movimento di Gulen (Fethullah, ndr)”, il predicatore ritenuto da Ankara la ‘mente’ del fallito golpe in Turchia dello scorso 15 luglio. In una nota, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Ahmed Abu Zeid, ha sottolineato che le frasi di Erdogan sono nel solco dell’ “approccio goffo e basato sul doppio standard” che ha caratterizzato “le politiche della TURCHIA” negli “ultimi anni”. Abu Zeid ha quindi espresso la sua “sorpresa” per le parole di Erdogan che si è presentato come un “guardiano della democrazia e protettore delle libertà in un tempo in cui il suo governo sta arrestando centinaia di professori e giornalisti e decine di parlamentari, chiudendo allo stesso tempo decine di giornali e licenziando migliaia di impiegati pubblici, ufficiali dell’esercito e giudici per il loro ruolo nel tentato golpe”.