Mps, piano Passera bocciato: “Altri 4,4 miliardi di sofferenze”
12 Novembre 2016
Lunedì a Milano è in programma un cda di Mps per fare il punto della situazione sulla prima parte del roadshow, che è stato prolungato e proseguirà pure dopo l’assemblea del 24 novembre. Sempre la prossima settimana la banca definirà le condizioni per la conversione volontaria dei bond: difficilmente l’operazione riguarderà anche i senior. Il roadshow, che nei giorni scorsi ha toccato Londra e Parigi, da martedì continuerà con una serie di videoconferenze. Dopo l’assemblea, invece, l’a.d Marco Morelli tornerà a New York e Londra, dove incontrerà anche investitori asiatici e mediorientali. Non è al momento in programma una tappa in Qatar.
Nel cda di lunedì verrà anche deciso chi, fra Cerved e doBank, gestirà la piattaforma Juliet per la gestione di 9 miliardi di sofferenze. In vista dell’assemblea, non pare ci siano particolari preoccupazioni sul raggiungimento del quorum. Anche se gli ingenti movimenti di capitale in Borsa rendono difficile definire la fisionomia dei soci.
“I vincoli posti dalla banca rendono inattuabile la nostra proposta”. Lo scriveva Corrado Passera il 22 ottobre scorso, un passaggio del lungo carteggio con i vertici di Monte dei Paschi. Due giorni dopo il cda di Mps convoca l’assemblea lasciando aperta la porta alla proposta Passera, che si ritirerà ufficialmente solo il 1 novembre. Questa la breve cronaca dei fatti.
Ma lo scambio di lettere prosegue ben oltre e termina solo il 4 novembre, quando la Consob convoca Passera e l’ad Marco Morelli per chiarire l’intera vicenda. L’indagine della Consob è ancora in corso e non è chiaro quale direzione prenderà. Nel carteggio emergono dettagli inediti della proposta di Passera. L’aumento di capitale dedicato agli investitori sarebbe stato da 2/2,5 miliardi. Oltre a questo era previsto un aumento da 1/1,5 miliardi con diritto di opzione agli azionisti (a differenza di quello varato dalla banca, privo del diritto di opzione). Una operazione da 3,5 miliardi complessivi da realizzare in tempi brevi, rimandando il raggiungimento dei 5 miliardi di nuovo capitale “entro il 2017”. Altra differenza sostanziale è il “liability management”, la gestione del debito emesso dalla banca. Nella proposta Passera era presente nella forma di “adeguati acquisti” di bond subordinati, “ma non una loro conversione” in azioni.
Ma la banca chiude le porte alla proposta, ponendo una serie di divieti che Passera giudica irricevibili. Nessun rapporto con altri investitori oltre a quelli già da lui contattati e che abbiano già firmato una dichiarazione d’interesse. Divieto di contattare intermediari, compreso Atlante, divieto di effettuare una due diligence sintetica, nessuna informativa congiunta alla Bce. Nessun patto di riservatezza viene mai firmato.
L’ultimo scambio è tra il 3 e il 4 novembre. “Rincrescono il modo in cui lei ha deciso di interloquire con noi”, scrive Mps il 3. Avete reso “impossibile l’avvio di qualunque iniziativa” da parte nostra, replica Passera il 4. Definito “mandatario senza rappresentanza di potenziali investitori non dichiarati” dalla banca.