Rigopiano, 9 in salvo. I soccorritori: “Si sentono altre voci”
20 Gennaio 2017
Sono 9 le persone vive tratte in salvo dalle macerie dell’hotel Rigopiano. Nella notte i soccorritori hanno estratto dalle macerie altre 4 persone vive e confermano che, nel corso delle operazioni di soccorso, hanno captato nuove voci dai meandri squarciati dell’Hotel. Intanto ha fatto il giro del web il video del salvataggio di un bimbo con sua madre.
Cinque elicotteri dai vigili del fuoco che sono decollati lavorano senza sosta per portare in salvo i superstiti. Nello scenario della catastrofe dell’Hotel Rigopiano di Farindola, queste notizie suonano davvero come un miracolo. “In teoria anche in queste condizioni meteo molto difficili, se si sono create delle ‘sacche’ di aria dove ripararsi nell’albergo spazzato via, le persone potrebbero sopravvivere 2 forse 3 giorni, anche se é difficile – aveva detto Walter Milan del Soccorso alpino nazionale ieri mattina.
I soccorritori lavorano senza sosta, galvanizzati dal ritrovamento dei supersiti, soprattutto dei 4 bambini messi in salvo. Tuttavia rimangono ancora tanti dispersi da trovare. Per ora, sono quattro, i corpi senza vita recuparati dai vigili del fuoco.La tregua delle nevicate ha facilitato le operazioni di ricerca che rimangono in ogni caso ai limiti del possibile, data la portata della slavina.“Una parte dell’albergo è ancora in piedi e noi siamo molto speranzosi di trovare i dispersi”, ha detto ad Agorà Antonio Crocetta, il coordinatore del grupo del soccorso alpino tra i primi ad arrivare sul luogo del disastro.
In tutto, dovrebbe essere 35 le persone presenti all’interno dell’hotel. “Le persone registrate in Questura ufficialmente sono di meno, ovvero 22 ospiti e sette dipendenti – spiega il sottosegretario regionale, con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, dal Centro di raccolta allestito nel palazzetto dello sport di Penne -. Però è verosimile che ci fossero degli ospiti e dunque il numero dovrebbe essere questo”. “È un fenomeno raro, che ha acquisito forza e velocità notevoli sotto la pressione della neve abbondante e della debolezza del terreno. Il terremoto lo ha innescato, come una miccia”. È la ricostruzione dell’evento fornita dal geologo Gian Gabriele Ori, dell’universita’ “Gabriele d’Annunzio” di Chieti.
Le prime immagini dell’interno dell’hotel Rigopiano sono state trasmesse da SkyTg24. Saloni squarcaiti, vetri in frantumi, detriti e neve ovunque. Si vedono gli spazi comuni dell’albergo deserti, distrutti. La neve è mista a residui di rami e alberi trascinati all’interno della struttura dalla forza della valanga. “Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri da quella che era la struttura”, ha riferito Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili del fuoco.Giampiero Parete di Montesilvano, primo a mettersi in salvo e a dare l’allarme, ieri ha riabbracciato tutti i componenti della sua famiglia estratti vivi dalle macerie: i figli Gianfilippo e Ludovica e la moglie Adriana.
“Giampiero e tutti gli altri ospiti dell’albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via” ha detto Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di Giampiero Parete. È proprio Marcella l’uomo a cui Parente ha dato l’allarme sulla valanga che ha distrutto l’hotel.
La coppia di Castel Frentano (Chieti) risulta ancora dispersa nel crollo dell’hotel. Si tratta di Luciano Caporale, 54 anni, e della moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, entrambi di professione parrucchieri. La coppia era giunta in hotel domenica pomeriggio per ripartire martedì sera ma, a seguito del peggioramento delle condizioni meteorologiche, hanno deciso di trattenersi fino a ieri, mercoledì. I figli della coppia sono a Penne dove, nei pressi del centro operativo comunale, è stato allestito un punto di raccolta per i parenti delle persone disperse. Ed è qui che, con il passare del tempo, si consuma l’angoscia dei familiari dei dispersi. “Siamo tutti in apprensione, speriamo che questa storia finisca bene – dice il sindaco di Castel Frentano, Gabriele D’Angelo – per il momento non abbiamo notizie e siamo tutti appesi a un filo di speranza. La coppia era molto nota per la loro lunga attività professionale ed era fortemente inserita nel tessuto sociale del paese”.
Per raggiungere il resort di Farindola, a quota 1.200 metri, il Soccorso Alpino ha dovuto usare gli sci. La strada era sbarrata da altre valanghe e alberi caduti. Le ambulanze e i mezzi per ore sono rimasti bloccati a diversi kilometri di distanza. Sul posto da ieri sono al lavoro i vigili del fuoco con l’elicottero e i mezzi cingolati, coadiuvati da quattro uomini e un’ unità cinofila della stazione del soccorso alpino di Entreves (Courmayeur), esperti di interventi in alta quota sul Monte Bianco e di ricerca su valanga.
Più che di un ritardo nei soccorsi dovuti alla viabilità “si può parlare di una situazione eccezionale e ringraziare le migliaia di persone che da ore stanno a lavoro per aiutare tutti. Sono stati mobilitati tutti i mezzi. Il sistema di protezione civile credo meriti semplicemente un grazie. Quando cadono decine di alberi sulle strade e metri di neve è evidente che le condizioni di soccorso sono molto difficili”. Così si è espresso sulla vicenda il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. “E’ il momento di stringerci tutti insieme intorno a coloro che hanno perso i loro cari e di non fare polemiche e fare uno sforzo comune” sottolinea Delrio.
Ci va giù duro, invece, l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che, in un lungo intervento sul quotidiano “Il Tempo”, riferendosi anche all’emergenza maltempo che imperversa nelle zone colpite dal terremoto, punta il dito contro uno “Stato assente”. “Abbiamo, forse, toccato il punto più basso – afferma Bertolaso – E ora occorrono visione e serieta”. Uno Stato, prosegue, “che condanna la nostra gente a delle condizioni da terzo mondo. Tutti gli uomini impegnati sul campo stanno facendo i miracoli”, sottolinea, “ma il corpo non funziona se non funziona la testa, e non possiamo ignorare che stiamo assistendo ad una situazione inaccettabile, figlia delle scelte sbagliate adottate nei mesi scorsi”.
“Da quando, cioè, l’ex premier Matteo Renzi in occasione del sisma di agosto, per dar parvenza di efficientismo ha nominato, ancora in fase di piena emergenza, Vasco Errani commissario alla ricostruzione” continua Bertolaso chiedendo che vanga dislocato sul posto un ministro del Governo “per coordinare al meglio le forze in campo e scandire un cronoprogramma per la gestione dell’emergenza” in quanto, la guida della protezione civile “è stata disarticolata complicando, di fatto, il lavoro del povero Fabrizio Curcio, perché è stato creato un vertice ‘bi-cefalo’, con una figura tecnica e una politica”.