PA, Campania al 202° posto. 7 regioni del Sud tra le peggiori in Europa
20 Marzo 2016
di redazione
Sono sette le regioni del sud Italia classificate come le peggiori 30, per qualità della pubblica Amministrazione, dell’Unione Europea. La classifica è stata stilata dall’Ufficio Studi della CGIA basandosi sulla più grande indagine europea condotta dall’Unione sulla qualità della PA a livello territoriale.
Duecentosei sono stati i territori che hanno interessato lo studio, e la Campania si è classificata appena al 202° posto. Lo studio si è basatosulla qualità dei servizi pubblici territoriale, e sui criteri di assegnazione e corruzione. Il risultato finale ha portato ad un indicatore che va dal +2,781 della prima in classifica, la regione finlandese Åland, al -2,658 dell’ultima, la turca Bati Anadolu. La media europea è posta a zero.
I migliori servizi in Italia sono stati valutati nelle provincie autonome del Trentino Alto Adige e nelle regioni a statuto speciale: Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Tutte le altre regioni italiane occupano il terreno negativo della classifica. Emilia Romagna e Veneto tendono alla media europea, mentre completamente negativa è la situazione del Mezzogiorno. Il risultato meno disastroso è dell’Abbruzzo con un -1,097, i peggiori variano dal -1,588 al -1,687 di Sicilia, Puglia, Molise e Calabria, fino ad arrivare alla maglia nera indossata dalla Campania: -2,242. Non meno preoccupante è la situazione del Lazio che si posizione al 184° posto tra le 206 regioni europee, lontano dai risultati delle altre tre regioni del Centro.
Il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, ha commentato: “Il quadro dipinto da questo indice europeo evidenzia come l’Italia sia il Paese che presenta, al suo interno, la più ampia variabilità in termini di qualità della PA, tra le prime regioni del Nord e le ultime del Sud. Si pensi che, secondo quanto indicato dal Fondo Monetario Internazionale, se l’efficienza del settore pubblico si attestasse sui livelli ottenuti dai primi territori italiani, come le province di Trento e di Bolzano, la produttività di un’impresa media potrebbe crescere del 5-10 per cento e il Pil italiano di due punti percentuali, ovvero di 30 miliardi di euro”.
Lo squilibrio tra le regioni del Nord e del Sud è troppo e determina il posizionamento negativo dell’Italia nella classifica: 17° posto con un indice negativo (-0,930) lontano dalla media europea (posta a zero). I migliori servizi del settore pubblico si trovano in Danimarca (+1,659), Finlandia (+1,583) e Svezia (+1,496) ai primi tre posti. Ma anche il confronto con i big player europei è impietoso: Germania (6° posto con un indice pari a +0,852), Regno Unito (8° posto con +0,803), Francia (10° posto con +0,615) e Spagna (11° posto con +0,131) presentano indici di qualità della PA superiori alla media europea e nettamente migliori al dato Italia.
Il segretario della CGIA, invece, commenta così: "L’indice europeo sulla qualità dei servizi del settore pubblico è l’ennesima prova di come il nostro paese sia spaccato in due. Siamo la nazione dove gli squilibri territoriali sono più evidenti e questo frena la crescita del Paese. La riforma della PA deve proseguire e diventare modus operandi di tutti i livelli amministrativi; solamente con una PA efficiente e pronta, le imprese italiane potranno proliferare in tutto il paese e competere in scenari economici ancora incerti".