Mattarella grazia la Cia ma chi era Abu Omar?

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Mattarella grazia la Cia ma chi era Abu Omar?

25 Dicembre 2015

Ora che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso la grazia a Betnie Medero (tre anni) e Robert Seldon Lady (due anni), i due americani condannati per la vicenda della "rendition" di Abu Omar, possiamo ricordare chi era l’imam rapito a Milano il 17 febbraio del 2003. Abu Omar, raccontano le cronache, fu prelevato da uomini della Cia d’accordo con i nostri servizi, il Sismi di Pollari e Mancini. La Cassazione decise di non procedere contro i vertici del Sismi avendo il governo posto il segreto di Stato ("l’azione penale non poteva essere perseguita per l’esistenza del segreto di Stato").

 

22 agenti Cia invece vennero condannati per il rapimento dell’imam, complicando le nostre relazioni con gli Usa tanto che Obama in persona nel 2013 chiese un atto di grazia all’Italia. Quella concessa ieri da Mattarella ha un valore ‘simbolico’, visto che Medero e Seldon Lady non si trovano in Italia, ma secondo La Stampa è stata anche una mossa legata alla vicendà Marò. Un’altra delle persone coinvolte nel caso Abu Omar, il colonnello Joseph L.Romano III, aveva già ricevuto la grazia dal presidente Napolitano. Allora come oggi, la spiegazione del gesto di clemenza deriverebbe dal cambio di politica americano nel contrasto al terrore: nel clima successivo all’11 Settembre la presidenza Bush impresse una stretta alla sicurezza, con una serie di casi che fecero discutere perché legati a pratiche ritenute illegali, come appunto le "extraordinary rendition", i sequestri preventivi.

 

Ma chi era l’egiziano Usama Mostafa Hassan Nasr, meglio noto come Abu Omar? L’uomo della Moschea di Via Quaranta a Milano, quella dei bambini che andavano a studiare arabo in furgoni dai vetri oscurati perché i loro genitori non volevano mescolarli agli italiani, come raccontò in un bel reportage una delle giornaliste del Foglio. Ricercato dalle autorità egiziane, Abu Omar è stato collegato alla Jemaah Islamiah, il gruppo terrorista che negli anni Novanta ha insanguinato l’Egitto con dozzine di morti, prima che i membri del gruppo sfuggissero alla repressione del "faraone" Mubarak cercando riparo in Europa.

 

Oltre che in Italia, l’imam si era mosso tra Germania e Bosnia, guadagnandosi successivamente lo status di rifugiato politico nel nostro Paese alla fine degli anni Novanta. La Moschea di Via Quaranta, all’epoca, era considerata un centro di irradiazione dell’islam radicale, in contrasto con la visione seguita dalle più importanti comunità islamiche del nostro Paese. Le "rendition" sono state un aspetto tra i più controversi della guerra al terrore dichiarata dall’amministrazione Bush, ma sul caso Abu Omar vale la pena riflettere per capire meglio il senso del segreto di stato, quel potere "protettivo" che gli viene conferito in operazioni della intelligence, nostre o degli alleati, sul territorio nazionale. All’epoca, il magistrato Armando Spataro diceva che "segreto non vuol dire impunità". Oggi però arriva la decisione di Mattarella, in linea con quella di Napolitano. Qualcosa vorrà pur dire.