Finalmente Benigni fa ridere

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Finalmente Benigni fa ridere

02 Giugno 2016

C’è una Italia che, senza arrivare alle uova lanciate contro la tv da Giuliano Ferrara, ha sempre ritenuto Roberto Benigni un po’ soporifero. Sarà che Dante preferiamo ascoltarlo recitato da Sermonti, sarà che certi ignorantoni preferiscono “l’Aereo più pazzo del mondo” a “Johnny Stecchino”, sarà che siamo troppo giovani per ricordare il sollevamento Berlinguer, fatto sta che l’emozione collettiva provata dalla Repubblica intera quando Benigni va in tv non ci ha mai particolarmente smosso. Un po’ come avviene con Gomorra, siamo sempre un po’ sospettosi di questi successi a cielo aperto che dovrebbero rappresentare gli oscar della cultura italiana.

Ma leggiamo l’intervista concessa da Benigni a Ezio Mauro su Repubblica, in concomitanza della Festa della Repubblica e della replica su Rai Uno dello spettacolo di questo nume tutelare della Patria dedicato alla Costituzione: “La più bella del mondo”. Per tre quarti dell’intervista l’effetto è sempre uguale, barboso se non narcotico. La Resistenza, i genitori, il 25 Aprile che volevano toglierlo dai calendari e invece è rimasto, i Padri della Repubblica, e poi naturalmente tutto l’armamentario politically correct, le battutine scontate sui capelli di Trump e sullo “xenofobo” Salvini. Insomma, niente di nuovo sul fronte aristofreak.

Fino a quando l’argomento non diventa di colpo il referendum costituzionale, che, in un Paese fermo, dove i giovani se ne vanno, gli investimenti non arrivano e le tasse sono sempre lì a ricordarci qual è il retrogusto amaro della “rottamazione”, sembra essere diventato – il referendum – una questione di vita o di morte, come se veramente la nostra vita dovesse cambiare da un giorno all’altro grazie alla Grande Riforma delle Riforme. Il tutto condito dalla insopportabile presenza militare di Renzi su giornali e tv più o meno allineate che scaricano nelle case degli italiani la propaganda sul dopo di me se vince il No sarà il diluvio.

Ecco, con Benigni ci eravamo fermati appunto alla Costituzione più bella del mondo, che vista l’intoccabile bellezza in passato aveva spinto il comico a dire “non ci sto”, io non mi allineo sul referendum renziano. E invece, tutto a un tratto, complici i sommovimenti in Rai?, sobbalziamo dalla seggiola: Benigni spiega che dopo aver tanto meditato ha finalmente capito che è vero, col cuore sta col No e quelli che voteranno contro, ma con la testa sta col Sì perché bisogna pur cambiarlo questo irriformabile Paese. Notizione.

E come lo cambiamo il Paese? Grazie a un abile “giocatore di poker”, alleato di un altrettanto scaltro “venditore”, tutti e due toscanissimi (copyright Benigni, all’indirizzo Renzi-Verdini). Insomma, via libera del nume tutelare a una legge elettorale ad uso e consumo del premier e del suo partito (“voto Giachetti”) e ad una riforma costituzionale che sta per regalare al Paese lo spirito costituente targato Maria Elena Calamandrei, oltre ad una infinita moltiplicazione dei conflitti tra Camera e Senato e tra Stato e Regioni. Ecco, finita di leggere l’intervista a Benigni e archiviato anche il suo Sì al referendum, finalmente possiamo dirlo. Per la prima volta il comico toscano ci ha fatto ridere.