M5S, Raggi a metà tra autosospensione e patteggiamento

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M5S, Raggi a metà tra autosospensione e patteggiamento

27 Gennaio 2017

Chiedere alla Procura della repubblica di Roma di patteggiare una pena per il solo reato di falso che sarebbe ragionevolmente contenuta entro un anno o al massimo 14 mesi, che scaricherebbe l’accusa di abuso di ufficio sul solo Raffaele Marra (oggi in carcere) e con cui riconoscerebbe di aver mentito.  O affrontare con l’ex capo del personale del comune di Roma, un giudizio per entrambi i capi di imputazione e rischiare così una condanna che nella migliore delle ipotesi supererebbe i tre anni. E’ il dilemma che fa da padrone in Virginia Raggi.

Il sindaco di Roma, infatti, rischia davvero grosso. La legge Severino sui sindaci impone la sospensione dalle funzioni di fronte a una condanna, anche in primo grado, che superi la pena di 2 anni. Per tutti i reati, tranne uno: l’abuso di ufficio, per il quale la sospensione è automatica quale che sia l’entità della pena. Patteggiare per il solo reato di falso salverebbe dunque la Raggi da un immediato e automatico provvedimento di sospensione da parte del  prefetto e salverebbe così  la carriera politica del primo cittadino del Campidoglio.  

Oggi il Corriere della Sera pubblica tra l’altro la notizia di una telefonata tra Grillo e Raggi nel corso della quale il leader garante del M5S avrebbe attaccato il sindaco e l’avrebbe accusata di averlo ingannato. Circostanza, questa, smentita da Grillo, che ha scritto nel blog: “Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico, da poco elogiato pubblicamente da Nino Di Matteo, informando tempestivamente il movimento e i cittadini dell’invito a comparire che ha ricevuto l’altro giorno. Il sindaco di Roma è serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile.  I giornalisti del Corriere della Sera sono molto male informati o volutamente disinformati, la ricostruzione della telefonata pubblicata oggi è totalmente falsa, nonché ridicola. Altro che postverità, siamo arrivati alla fantanotizia, alla fake news come sistema.  Mi dispiace per i lettori di questo giornale, che continuano a spendere soldi per ricevere notizie finte e inventate. Valuterò con i miei avvocatil’ipotesi di una querela e pretendo un’immediata rettifica via web”.

A conti fatti c’è un sindaco indagato, un Grillo furibondo, una città allo sbando, una base perplessa e divisa e, come se non bastasse, un fuoco amico sempre più pressante. In questi mesi è andato tutto storto, nomine sbagliate, personaggi poco “limpidi” e casi di conflitto di interesse hanno segnato i primi passi e il primo esperimento di governo a 5 Stelle.  Vi racconteremo come andrà a finire.