Pakistan, un like su Fb offende la Mecca: cristiano finisce in cella
21 Settembre 2016
In Pakistan vige, in assoluto, una delle leggi più dure di tutto il mondo islamico. E’ previsto, infatti, che chiunque può presentarsi in un commissariato per accusare (anche senza prove evidenti!) una persona di aver commesso un grave reato religioso, facendogli così rischiare una condanna a morte.
L’ultima vittima di una simile follia è un giovane cristiano. Appena diciottenne, il ragazzo, è finito in cella per blasfemia. Il suo crimine è stato quello di aver messo un famoso “like” su Facebook ad uno foto considerata “dispregativa” della Khana-e-Kaaba, l’edificio al centro della Moschea della Mecca.
Secondo quanto riferisce il quotidiano The Express Tribune citando una agenzia internazionale, il giovane si chiama Nabeel Chohan ed è originario della provincia del Punjab. A puntargli il dito contro, e a provocarne l’arresto immediato, un suo compagno musulmano che, visto il post condiviso sulla pagina Facebook, lo ha denunciato alla polizia.
Un portavoce del commissariato, Shahbaz Ahmed, ha precisato che nei confronti di Chohan è stata presentata una denuncia per “offesa ai sentimenti religiosi islamici e dissacrazione di un luogo religioso”: il querelante musulmano ha formalizzato una vera e propria accusa nei confronti del ‘nemico’ religioso.
Il responsabile dell’inchiesta di polizia in corso, Muhammad Hussain, ha confermato da parte sua l’arresto del giovane che, ha assicurato è in cella chiamato ad “espiare” la colpa virtuale di aver condiviso la foto considerata non lusinghiera di un luogo sacro per l’Islam.