Draghi chiede di puntare a integrazione finanziaria

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Draghi chiede di puntare a integrazione finanziaria

31 Gennaio 2017

Mario Draghi è convinto che l’integrazione finanziaria rappresenti un elemento imprescindibile di una unione valutaria, come quella dell’euro. E’ quanto emerge da una conferenza sul mercato digitale tenuta a Francoforte: “promuovere l’integrazione finanziaria rappresenta un obiettivo chiave dell’Eurosistema, oltre all’obiettivo primario di garantire la stabilità dei prezzi. E’ essenziale per un buon funzionamento della valuta unica”. Il numero uno della BCE ha spiegato che “l’integrazione finanziaria incompleta crea vulnerabilità ed è a rischio frammentazione. Quello che conta è la qualità. Con l’Unione Bancaria stiamo ponendo le basi per un’integrazione più completa nel futuro”. 

Mario Draghi ribadisce quindi che la collaborazione internazionale può se non risolvere, governare i problemi. Il banchiere ha affrontato anche il tema dei cyber-attacchi dei quali non bisogna sottovalutare i rischi. E’ per questo che “l’Eurosistema intende rafforzare la capacità di resistenza complessiva delle infrastrutture di mercato ai cyber-attacchi anche promuovendo collaborazione e iniziative congiunte”, aggiunge.

Intanto l’Eurostat ha pubblicato dei dati che raccontano come l’inflazione nell’Eurozona sia risalita all’1,8% a gennaio, in decisa accelerazione dal +1,1% di dicembre. La crescita tendenziale dei prezzi nell’area risulta di mese in mese superiore alle stime degli analisti. Questi ultimi avevano pronosticato un più contenuto 1,5%. Si tratta del tasso più elevato da quasi quattro anni e sostanzialmente ormai in linea con il target della BCE, che è pari a un’inflazione nel medio termine di poco inferiore al 2%.

Ma quello che va detto assolutamente è che se il dato di gennaio dovesse essere confermato anche a febbraio o dovesse essere persino superato, difficilmente la BCE potrebbe permettersi di segnalare il mantenimento di una politica monetaria così ultra-espansiva.