Bce, Draghi compra bond speculativi. In Italia 87 miliardi di obbligazioni acquistabili

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Bce, Draghi compra bond speculativi. In Italia 87 miliardi di obbligazioni acquistabili

09 Giugno 2016

Il quantitative easing della Banca centrale europea da oggi mette una marcia in più: partono infatti gli acquisti di ‘corporate bond’, le obbligazioni emesse da società, con cui la Bce punta a portare lo stimolo monetario proprio là dove c’è il nodo dei bassi investimenti, cioè le imprese. La Bce non nasconde che si aspetta un contributo importante allo stimolo dell’inflazione bypassando il canale bancario.

La Bce ha acquistato obbligazioni emesse da Telecom Italia con scadenza 2023 nel primo giorno di acquisti di corporate Bond. Lo scrive Bloomberg citando fonti vicine al dossier. E stando alle indiscrezioni, la Bce avrebbe comprato anche obbligazioni di Generali oltre che di Siemens, Renault, Ab Inbev, Engie e Telefonica.

Sono solo 26 le aziende italiane che sul mercato hanno già oggi obbligazioni con le caratteristiche necessarie per essere acquistate dalla Bce. Si tratta di alcuni grandi gruppi, come Terna, Enel, Telecom Italia, Acea e Luxottica, che attualmente hanno obbligazioni acquistabili dall’Eurotower per un importo intorno a 87 miliardi di euro. Ovvio che la Bce non le comprerà tutte.

Da quando Draghi ha annunciato l’intenzione di comprare corporate bond, il 10 marzo scorso, i rendimenti medi delle obbligazioni aziendali sono scesi bruscamente in tutta Europa: se il 9 marzo questi titoli erano in media costretti ad offrire rendimenti pari a 1,69 punti percentuali sopra il tasso swap, ora possono pagare 1,33 punti percentuali di spread. Il che significa che le imprese grandi, quelle che possono accedere al mercato delle obbligazioni, possono oggi indebitarsi risparmiando interessi.

Se sui big l’impatto della manovra della Bce è ovvio, meno scontato è l’effetto sulle piccole, piccolissime e medie imprese. Secondo una recente indagine di Cna e Kpmg, che alle banche non conviene erogare crediti di importo inferiore ai 30mila euro, perché i costi superano i ricavi nell’era dei tassi a zero.