Il Congresso scavalca il veto di Obama sull’11 settembre e la storica alleanza con l’ Arabia Saudita rischia di sgretolarsi.

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Il Congresso scavalca il veto di Obama sull’11 settembre e la storica alleanza con l’ Arabia Saudita rischia di sgretolarsi.

29 Settembre 2016

Justice Against Sponsors of Terrorism Act (JASTA) è legge, nonostante il veto del Presidente Obama; la maggioranza di due terzi, necessaria per approvare il provvedimento e aggirare il veto presidenziale è stata raggiunta alla Camera e al Senato: la Camera si è espressa con 338 voti contro, 74 a favore; il Senato con 97 contro, 1 a favore.  Per la prima volta sotto la Presidenza Obama un veto di Obama (su 12) viene ribaltato dal voto del Senato, per mano poi degli stessi congressmen democratici. Le fonti rilevano che, dal 2008, Capitol Hill non riusciva a scavalcare un veto presidenziale, allora del presidente George W. Bush, su una questione legata alla sanità.

Le famiglie delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle avranno la possibilità di fare causa, nei tribunali americani, ai governi stranieri per il coinvolgimento diretto dei loro cittadini. I tribunali potranno quindi ignorare la richiesta di immunità estera, in caso di un atto di terrorismo all’interno degli Stati Uniti d’America che vede i cittadini stranieri coinvolti. Nel caso in specie, il primo dei governi coinvolti per gli attentati dell’11 settembre pare essere l’Arabia Saudita.

Immediate le reazioni: “è la cosa più imbarazzante che il Senato abbia fatto in decenni” replica il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest in viaggio su l’Air force One; «gravi implicazioni» per la sicurezza nazionale, così interviene, prima del voto, il direttore della CIA John Brennan.

Per il Presidente Obama in un’intervista alla CNN, comprendendo l’influenza dell’emotività sull’esito del voto dal momento che quella mattina morirono 3.000, dichiara che quanto accaduto è “un errore”:  oltre a incrinare i rapporti diplomatici con l’alleato storico dell’America, con una posizione chiave nella regione del Golfo per la lotta al terrorismo, in particolare all’Isis, oltre alle ripercussioni finanziarie minacciate da Riad  (di vendere ogni proprietà negli Usa, inclusi i 750 miliardi di dollari del debito sovrano americano detenuti dalle banche saudite ) quanto accaduto potrebbe creare un pericolossissimo precedente esponendo funzionari americani, diplomatici e aziende a essere citati in giudizio in tribunali stranieri per eventuali danni. E Gli Stati Uniti d’America di danni ne hanno fatti parecchi là dove sono intervenuti.