Il Pd di Renzi si è dimenticato il popolo
03 Aprile 2016
di Daniela Coli
Aldo Schiavone, l’intellettuale organico del Pci, che all’indomani della caduta del Muro di Berlino pubblicò una specie di mea culpa per avere contribuito a ingannare “le masse”, accumulando negli anni successivi altre medaglie e rendite, di recente sul Corriere, ha tentato di mettere il cappello anche sul populismo, sollecitando un salto evolutivo del liberalismo, al quale gli accademici “comunisti” si sono tranquillamente convertiti e ne discettano come prima discettavano di marxismo.
Schiavone fa l’avanguardia, mentre Renzi dal Nevada fa l’elogio della globalizzazione. L’ex sindaco di Firenze, diventato “premier” con una manovra di Palazzo, non capisce che fare il Berlusconi del 1994 nel 2016 è perdente, perché dopo la crisi finanziaria del 2008 gli italiani, come gli americani, si sono impoveriti e rivogliono il lavoro a casa. Renzi, preso da Marchionne, non ha capito che gli americani ora sono contro la globalizzazione, votano Trump e Sanders, e Trump dice “America first”, come Salvini e Meloni. Il centrodestra non funziona più, come si vede a Roma, perché era una coalizione messa su con spezzoni dei partiti distrutti da Mani Pulite, alleati col Msi, che si rifaceva addirittura alla Repubblica sociale, e alla Lega, radicata nel Nord.
Berlusconi riusciva a tenere insieme questo disparato elettorato con l’anticomunismo, perché la maggioranza degli italiani è profondamente anticomunista, e non perché siano “liberali” (i liberali sono quattro gatti e il filosofo del liberalismo, Croce, aborriva il liberismo), ma perché, per note ragioni storiche odiano i “comunisti”. Il centrodestra sarebbe riuscito a cambiare qualcosa se non fosse sopravvissuto il Pci. L’Italia è l’unico paese in Europa in cui, dopo il 1989 e il 1991, è sopravvissuto il partito comunista. Fa sorridere lo storico Galli della Loggia quando invita Angela Merkel ad avere la visione dell’Europa di Adenauer, ma la Merkel non può avere la visione dell’Europa di Adenauer, perché Adenauer era il leader di una Germania sconfitta, divisa e occupata, mentre la cancelleria è leader di una Germania che nel 1989 ha stravinto, annettendosi la Germania est.
E Renzi, prima di diventare segretario del Pd e “premier”, volò in Germania dalla Merkel per avere l’ok, perché è in Germania, che si decide cosa fare dell’Italia. Da qui l’odio per la Germania di quell’Italia che credeva, come Bobbio nel 1965, che la Resistenza avesse evitato all’Italia il futuro della Germania, immaginata divisa e occupata per l’eternità. È proprio per essere rimasti bloccati nella “narrazione” dell’Italia resistenziale e antifascista di una Germania sconfitta forever che non ci si è accorti che la penisola, come Stato, nel 1989 era seduta al tavolo degli sconfitti. Ancora si attende qualche miracolo, ma come ha avvertito Lucrezia Reichlin dal “Corriere” all’Italia si prospetta, Brexit o non Brexit, di finire nel girone dell’euro a due velocità e di diventare una grande Calais.
Fin dagli anni ’90 il debito era altissimo, ma qualsiasi taglio era impossibile, perché rettori, università, scuole, sindacati, opinionisti, giuristi, oltre ai soliti poveri lavoratori, si scatenavano nelle piazze contro il fascista e populista Berlusconi, inseguito dalla magistratura. Quando su Berlusconi, ormai acciaccato dagli anni e dalle condanne, è caduta la mannaia dell’espulsione dalla politica, l’elettorato del centrodestra non si aspettava certo Renzi come l’erede naturale del Cavaliere. Per questo, Forza Italia è evaporata. Se un rampollo della borghesia comunista come Ferrara è riuscito a diventare renziano e vecchie volpi come Salvati hanno scoperto che Renzi poteva realizzare quanto di buono c’era nel berlusconismo, questa narrazione può andare bene agli intellettuali fatti a fettine da Sergio Ricossa, non al popolo del centrodestra.
Come scriveva Ricossa, gli intellettuali di sinistra amano il popolo come astrazione, lo detestano come insieme di persone vive, e cioè rumorose, sudate, invadenti, volgari. Il popolo vivo sembra insopportabile solo se lo si guarda dall’alto di un palco ben isolato ed elevato. Irreggimentare il popolo, metterlo in fila, comandarlo, tutelarlo anche, ma come si tutelano i minori, finalmente farsi applaudire dal popolo: ecco le seduzioni di chi sta a “sinistra”. I giornali renziani corteggiano lobby e caste e hanno abbandonato il popolo, il quale soltanto, secondo Locke, rappresenta la sovranità e per questo ha diritto di nominare il governo: qualcosa che il Pd di Renzi sembra avere dimenticato.