Roma, inchiesta su scontrini e onlus: chiesti 3 anni e un mese di carcere a Marino
29 Settembre 2016
Tre anni e un mese di reclusione per peculato, falso e truffa. È la richiesta avanzata dai pm Roberto Felici e Pantaleo Polifemo a carico dell’ex sindaco Ignazio Marino, sul banco degli imputati per lo “scontrino gate”, lo scandalo che gli è costato il posto in Campidoglio, e per il presunto raggiro della Onlus Imagine. Ora la parola passa alla difesa del medico di centrosinistra.
La sentenza del gup Pierluigi Balestrieri è prevista per il 7 ottobre. Nel frattempo, il Campidoglio si è costituito parte civile e, attraverso i suoi legali, ha chiesto 600mila euro di danni: 100 funzionali e 500mila d’immagine.
Nel processo, con rito abbreviato, in cui il Comune di Roma è parte lesa, si contesta a Marino di aver speso, tra luglio del 2013 e giugno del 2015, 12700 euro in ‘cene sospette’ con la carta di credito che aveva a disposizione in qualità di sindaco di Roma. Secondo gli inquirenti, tali cene sono state consumate “generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione, comunque la difformi della funzione di rappresentanza dell’ente”. I ristoranti preferiti dall’allora sindaco erano a Roma, ma anche in altre città come Milano, Genova, Firenze e Torino.
Marino avrebbe, inoltre, impartito “disposizioni al personale addetto alla sua segreteria affinché formasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute per le cene, inserendovi indicazioni non veridiche tese ad accreditare la natura ‘istituzionalè dell’evento, ed apponendo in calce alle stesse la sua firma“. Queste le motivazioni addotte dal pm Roberto Felici nella sua richiesta di condanna per l’ex sindaco della Capitale che avrebbe persino indotto il personale della segreteria del Campidoglio a “redigere atti pubblici attestanti fatti non veri e recanti la sua sottoscrizione apocrifa”. Per quanto riguarda l’inchiesta sulla onlus Image, di cui Marino è stato fondatore e presidente e che coinvolge anche tre persone, l’ex sindaco è accusato di aver creato un danno patrimoniale di 6000 euro all’Inps per il mancato versamento degli oneri contributivi.
La contestazione di falso è invece relativa alle “disposizioni impartite al personale affinché formasse dichiarazioni giustificative inserendo indicazioni non veritiere, tese ad accreditare la natura istituzionale dell’evento e apponendo in calce alle stesse la di lui firma”.
In relazione alla Onlus Imagine, da lui fondata nel 2005, l’ex sindaco rischia infine la condanna per truffa insieme ad altre tre persone. I pm contestano agli imputati di aver predisposto la certificazione di compensi per prestazioni di soggetti inesistenti, guadagnando circa seimila euro di contributi. Il chirurgo, in qualità di legale rappresentante, avrebbe siglato le certificazioni anomale, tra il 2013 e il 2014.
“Abbiamo chiesto l’assoluzione per non aver commesso i fatti. Marino sta benissimo, si è difeso alla grande”, ha detto l’avvocato Enzo Musco, difensore di Marino, al termine dell’udienza. Aggiungendo: “Mi stupisco del modo in cui sono state condotte le indagini della guardia di Finanza. Per bene 49 volte hanno ripetuto lo stesso refrain, invece di andare dal professor Marino e domandare con chi avesse cenato in quelle occasioni”. Inoltre, ha proseguito il legale, “Tutti i giustificativi sono stati firmati dal capo della segreteria politica”.
Per quanto riguarda la questione della Onlus Imagine, Musco ha spiegato: “Marino non si è mai recato nella sede dell’Onlus e non ha mai compiuto atti di natura amministrativa per la Imagine. Questo capo d’accusa, come gli altri, è davvero incomprensibile”. Il finale della storia, per ora, resta aperto. Vedremo.