Spread sfonda tetto 190 punti. Mercati europei poco mossi
26 Novembre 2016
Il rendimento è al 2,12%. Il differenziale Bonos/Bund segna 133 punti a un tasso dell’1,56%. Pesa il timore di una vittoria del No al referendum del 4 dicembre, che spinge gli investitori a vendere i titoli del debito pubblico italiano e quelli delle banche. Insomma di fatto torna il balletto dello spread e agita ancora l’atmosfera del voto. Già nelle scorse settimane lo sperad era tornato a livelli abbastanza alti sempre legando i suoi effeti al referendum. Il 14 novembre lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi, era volato sopra quota 180, a 180,2 punti, dopo aver aperto sopra i 170 punti. Secondo gli esperti ad influire sarebbe il rischio politico connesso all’esito del referendum costituzionale. Di fatto il ricatto è molto esplicito: lo spread sale solo se vince il Sì. Nessuna correlazione infatti viene fatta tra l’operato del premier e l’aumento dello spread.
Il dollaro contina a rafforzarsi sulla prospettiva di una crescita degli interessi negli Stati Uniti, in vista di un rialzo del costo del denaro da parte della Fed nella riunione di metà dicembre: i mercati lo danno ormai per certo e le possibilità implicite (secondo i future) di una ulteriore stretta entro giugno sono salite al 60 per cento. Il biglietto verde è così alla più forte striscia di rialzi contro lo yen dal 1995, mentre i titoli di Stato Usa e l’oro perdono terreno. Recupera leggermente terreno l’euro nei confronti della divisa americana, restando comunque sotto quota 1,06.
I listini europei chiudono incerti: Milanoè poco mossa (+0,08%) dopo un avvio in rosso, in linea con Francoforte(+0,09%). Chiusura allo stesso livello (+0,17%) per Parigi e Londra. A Piazza Affari si guarda sempre a Mps,con il cda che ha fissato il prezzo massimo di sottoscrizione dell’aumento da 5 miliardi a 24,9euro per azione.