G7, l’Italia rassicura gli Usa sulle banche (Etruria permettendo)
12 Maggio 2017
Il sistema bancario italiano è sano e si sta lasciando la crisi alle spalle. Nel contesto del G7 Finanze al via oggi a Bari, è stata questa la rassicurazione con la quale Padoan ha cercato di tranquillizzare tutti i partner internazionali sullo stato di salute della banche italiane. Il messaggio che il ministro dell’economia ha voluto lanciare è chiaro: potete fidarvi di noi. Messaggio che Padoan ha voluto recapitare personalmente al collega statunitense, Steven Mnuchin, segretario al Tesoro dell’amministrazione Trump. E questo, ovviamente non è un caso. I dubbi paventati nello scorso mese di dicembre dal Financial Times su 8 banche italiane a rischio fallimento in caso di vittoria del No al referendum potevano minare la partnership economico-finanziaria Italia-Usa. Ecco perché Padoan ha voluto precisare: “Il nostro sistema bancario sta meglio di quanto appaia all’opinione pubblica internazionale”.
Tuttavia il ministro dell’economia, pur di rassicurare, ha dovuto fare per forza buon viso a cattivo gioco proprio nei giorni in cui è tornato alla ribalta il caso Boschi-Banca Etruria grazie alle rivelazioni contenute nel libro di Ferruccio De Bortoli secondo cui l’ex ministra delle Riforme avrebbe chiesto all’ad di Unicredit Federico Ghizzoni di valutare l’eventuale acquisizione della banca del papà. La Boschi ha smentito minacciando querele. De Bortoli conferma di essere “sicuro delle sue fonti”. E Ghizzoni per ora tace. Ed è proprio questo silenzio che sta logorando maggiormente l’immagine della sottosegretaria Boschi che, dopo la batosta del 4 dicembre, stava tentando in tutti modi di riprendere quota nel palcoscenico politico. Ma non è tutto. Stando a rumors giornalistici, anche un altro “autorevole esponente del governo” si sarebbe interessato al salvataggio di Banca Etruria chiedendo un aiuto alla Popolare dell’Emilia Romagna. Per ora il nome è top secret. In ogni caso, una cosa sembra certa: la faccenda, più che sgonfiarsi, si sta complicando sempre di più.
Ma a gettare ombre sulle banche non sono solo le vicende interne. Sul sistema degli istituti di credito di casa nostra pesa ancora il giudizio dell’agenzia di rating canadese Dbrs, secondo cui il settore “risente di prospettive economiche modeste, del peso dei crediti deteriorati per 356 miliardi di euro, di scarsi investimenti, di un oneroso contesto regolamentare mentre la fiducia degli investitori resta volatile”. Se a questo si aggiunge che, stando agli ultimi dati Ue, il debito pubblico italiano dovrebbe aumentare e la ripresa economica stenta a prendere quota, in realtà c’è poco da star tranquilli. Per cui, anche se Padoan si è preso il merito di aver posto al centro delle discussioni del G7 il tema dell’inclusione sociale e della web tax, cercando di sottolineare il ruolo chiave dell’Italia al summit, in realtà la sua fretta di rassicurare tutti conferma probabilmente che il nostro Paese era e rimane sotto osservazione.