Esselunga, aperto il testamento: il controllo va a moglie e figlia
05 Ottobre 2016
Bernardo Caprotti ha lasciato il controllo di Supermarkets Italiani, la holding di Esselunga, alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina. A loro ha infatti destinato la quota del 25% di cui poteva disporre. Insieme alla ‘legittima’ le due donne avranno il 66,7% del capitale. Oltre alla quota di legittima in Supermarkets Italiani, che assegna in tutto ai tre figli il 50% della holding (16,6% ciascuno), i figli del primo matrimonio, Violetta e Giuseppe si vedono assegnare il 22,5% a testa della Villata la società che possiede parte del patrimonio immobiliare di Esselunga. Il restante 50% va alla moglie di Bernardo Caprotti e alla terza figlia, Marina.
E’ dalle ultime disposizioni del patron di Esselunga, che, comunque, dipenderà il futuro assetto del gruppo, per il quale il fondatore stava valutando la vendita.
A confrontarsi sono le due famiglie di Caprotti, da una parte la moglie Giuliana Albera con la figlia Marina Sylvia, dall’altra Giuseppe e Violetta, figli di primo letto, estromessi anni fa dall’azienda e impegnati da allora in una battaglia anche giudiziaria per far valere le loro ragioni. Un impero da 7,3 miliardi di euro di fatturato e 290 milioni di utile con un valore nell’ordine dei 6 miliardi. Sono i numeri del gruppo Esselunga.
“Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo” Esselunga. Questo l’unico commento di Giuseppe Caprotti, figlio dell’imprenditore brianzolo scomparso venerdì scorso, all’uscita dello studio del notaio Marchetti dove è stato aperto il testamento di Bernardo Caprotti. Nessun commento sul contenuto del documento.