Con la forza delle idee Margaret Thatcher fece una rivoluzione
18 Maggio 2017
La donna più influente del ventesimo secolo fa ancora parlare di sé attraverso un saggio, appena presentato alla fiera del libro di Milano, dal titolo “Margaret Thatcher – Leadership e libertà”, curato da Riccardo Lucarelli ed edito da Historica Edizioni.
Il libro è frutto di un convegno dell’associazione Rete Liberale per i trentacinque anni dall’insediameno della statista a Downing Street: un’occasione per indagare le tesi che portarono alla nascita di una vera e propria corrente di pensiero, il thatcherismo, che fonde il conservatorismo con il liberalismo di stampo friedmaniano.
La Thatcher è stata un leader indiscusso della seconda metà del ventesimo secolo, ed ha incarnato il meglio del liberalismo conservatore. Con la forza delle idee fece la sua rivoluzione. Mise in campo, infatti, una serie di riforme coraggiose con cui scardinò vecchi schemi ed eliminò quelle incrostazioni che impedivano il progresso economico dell’Inghilterra.
Durante la recessione del 1980-1982 si rifiutò di seguire la teoria economica keynesiana allora dominante, che imponeva di stimolare l’economia dalla parte della domanda. Le privatizzazioni non furono che uno dei tanti provvedimenti della Thatcher che fecero ripartire un’economia al collasso e nel tempo svolsero un ruolo di fondamentale importanza fruttando ai cittadini britannici servizi migliori e molti posti di lavoro. Prese di petto la spesa pubblica, l’inflazione e i sindacati, portando il paese verso la crescita.
Amata e odiata in egual misura, la Thatcher, soprannominata la “Lady di ferro”, seppe incarnare al massimo i sentimenti della sua nazione, e giocò un ruolo fondamentale anche nei rapporti con il resto del mondo, facendo tornare la Gran Bretagna tra le protagoniste del panorama politico internazionale, e segnando di fatto gli anni ’80 come “era thatcheriana”, appunto.
La sua franchezza e la sua tenacia non passarono certo inosservate. E’ noto che a Margaret Thatcher non dispiacesse essere soprannominata “Iron Lady” – dal quotidiano Stella Rossa del ministro della Difesa sovietico -, infatti, si racconta che si presentò a Breznev così: “Buongiorno. Io odio il comunismo. Però se a lei piace può tenerselo, purché resti dentro i confini del suo paese”.
Sicuramente fu una donna che ci vide lungo. Il suo rapporto con il Continente non fu mai facile, e le sue preoccupazioni sull’Europa hanno anticipato ciò che poi si è verificato, ovvero il timore di un’Europa germanocentrica e burocraticamente pensante, che ha portato a diminuire gli spazi di concorrenza e libertà di iniziativa privata per via di molti vincoli normativi.
Nel libro, contributi importanti sono arrivati da autorevoli esponenti del mondo liberale italiano, da Paolo Guzzanti, che ha elaborato la prefazione al testo, al Prof. Antonio Martino, che ne ha curato le conclusioni, e che ebbe modo di relazionarsi personalmente con la “baronessa” come presidente dell’importante associazione liberale, la Mont Pelerin Society, ThinkThank al quale Margaret Thatcher attinse per mettere in pratica le idee che da Hayek a Mises caratterizzarono l’azione di governo dei Tory.
Attraverso i vari interventi, che portano le firme di Lorenzo Castellani – già Presidente del comitato scientifico della Fondazione Luigi Einaudi -, Cosimo Magazzino – docente di Politica Economica presso l’Università degli studi Roma Tre – e Giacomo Zucco – portavoce del movimento Tea Party Italia – è possibile ripercorrere il momento dell’ascesa di una donna che ha segnato un’epoca, e le azioni politiche che la portarono ad essere soprannominata la “Lady di Ferro”; e constatare, una volta di più, come le politiche economiche liberali in Italia non siano mai state sviluppate e di come il neoliberismo, origine di tutti i mali, operi in una realtà immaginaria.