Caso Moro, Giovanardi (Idea – Popolo e Libertà): “Dopo 40 anni documenti ancora segreti”
15 Marzo 2018
di Carlo Mascio
“Ho voluto che rimanesse a verbale dell’ultima seduta della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro la mia protesta per il rifiuto del Presidente del Consiglio Gentiloni di essere ascoltato, malgrado le ripetute convocazioni da parte del presidente Fioroni a nome di tutta la Commissione”. Lo dichiara il senatore di Idea-Popolo e Libertà Carlo Giovanardi.
“La Commissione – prosegue – ha raccolto testimonianze straordinarie, come quella del palestinese Bassam Abu Sharif sul lodo Moro e i rapporti fra Brigate Rosse e Resistenza palestinese e discusso documenti di straordinaria importanza per capire cosa sia successo in quegli anni, che purtroppo rimangono secretati e pertanto non possono essere divulgati e conosciuti dall’opinione pubblica e dagli storici. Il rifiuto del Presidente del Consiglio di essere ascoltato per chiarire questi documenti e soprattutto per spiegare perché dopo 40 anni si insiste nel mantenere il segreto, è cosa di gravità inaudita e un precedente inaccettabile per ogni futura commissione di inchiesta”.
“Ho dovuto prendere atto – conclude – che in tutti gli anniversari del rapimento di Aldo Moro, c’è il solito rituale appello delle alte cariche dello Stato (il Presidente della Repubblica, i Presidenti della Camera e del Senato, ecc.) a scoprire la verità; viene detto che la verità viene prima di tutto, che le istituzioni si daranno da fare al massimo delle loro competenze per arrivare alla verità, ma poi quando si arriva al dunque, nei luoghi preposti come una Commissione d’inchiesta parlamentare, quella collaborazione viene sfacciatamente meno”.