I genitori di Alfie si ribellano e il sistema eutanasico inglese entra in crisi

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I genitori di Alfie si ribellano e il sistema eutanasico inglese entra in crisi

13 Aprile 2018

Non sappiamo se Thomas e Kate riusciranno a portare via il loro figlio Alfie dall’ospedale pediatrico di Liverpool, l’Alder Hey, dopo che i tribunali inglesi hanno stabilito debba essere staccato dal respiratore artificiale che gli consente di vivere. Staccato, perchè la vita di Alfie è “futile”, “inutile”, secondo il giudice dell’Alta Corte di Londra Anthony Paul Hayden, che ha scoperto così anche l’ultima ipocrisia del sistema britannico, quella che finora aveva almeno il pudore di definire “futili” i  trattamenti che consentivano di continuare a vivere, e non la vita delle persone che quei trattamenti ricevevano.

Ma ormai il re è nudo: Charlie Gard lo scorso anno ha acceso i riflettori su quanto sta succedendo negli ospedali inglesi, e nei tribunali che li appoggiano, coinvolgendo emotivamente tutto il mondo nella battaglia dei suoi genitori per tentare di curarlo prima, e per poterlo accompagnare a morire poi. Una battaglia persa, ma sotto gli occhi di tutti. E fra le lacrime di tutti noi.

Charlie Gard è stato il “piccolo guerriero”, come lo chiamavano i suoi genitori, la sentinella che ha lanciato l’allarme e ci ha svegliati, mostrandoci che aggirando parlamenti e rappresentanza democratica – in quella che si vanta esserne la patria –  l’eutanasia è entrata silenziosamente e violentemente nella cultura e nella prassi medica e giuridica del Regno Unito, attraverso protocolli cosiddetti terapeutici e sentenze di tribunali, in nome dell’autodeterminazione e del “best interests” delle persone. 

Senza lo scossone e la profonda commozione suscitata dal piccolo Charlie oggi non avremmo assistito alla ribellione di Thomas e Kate, che hanno idealmente continuato la strada battuta dai Gard. 
Quanto accaduto ieri è stato a tutti gli effetti un incredibile, liberatorio atto di insubordinazione al sistema. I genitori di Alfie hanno chiesto ai propri legali se era possibile portare via il loro piccolo dall’ospedale che stava per farlo morire. I legali hanno risposto di “Si”, mettendo per iscritto un parere che, evidentemente, non aveva tribunali che potessero farlo valere, visto che il contenzioso giuridico è terminato, anche a livello internazionale.

Una semplice opinione di uno studio legale, insomma, data a processo concluso, mentre era già stato approvato l’orario e il protocollo per il distacco del respiratore. Data, ora, luogo rigorosamente segreti, per il “rispetto della privacy” del piccolo, come ha precisato il premuroso giudice.

Ma quel parere è stato il pretesto per Thomas per fare la cosa più folle, coraggiosa, disperata e naturale del mondo: è andato in ospedale, con tanto di trolley, a riprendersi fisicamente il bambino a dispetto di medici e sentenze. E l’energia dei suoi 21 anni gli ha dato la forza necessaria per un atto che potrebbe costragli caro, in termini legali (e non solo a lui). Perchè Alfie è suo figlio, ed è normale che un padre e una madre possano scegliere ospedale e medico per il proprio figlio, soprattutto se chi lo dovrebbe curare lo vuole invece far morire perchè ne ritiene “futile” l’esistenza stessa.

Ma quel gesto, così “normale”, ha prodotto l’intervento delle forze dell’ordine e ha fatto scoppiare ieri un pazzesco putiferio, ancora una volta grazie ai social, con cui abbiamo potuto vedere esterrefatti, in diretta, i video girati dalla famiglia stessa e dai loro amici, con la polizia davanti alla  porta della stanza di Alfie, in ospedale, per impedire ai genitori di uscire con il loro figlio. Abbiamo ascoltato in diretta gli appelli accorati di Thomas, abbiamo visto le strade bloccate dalla gente, fuori dall’ospedale, che protestava e manifestava urlando di liberare Alfie, e poi abbiamo saputo di un aereo pronto a partire, attrezzato per trasportare il piccolo lontano da lì. In Italia, probabilmente.

Se Charlie ha acceso i riflettori squarciando il velo sul sistema eutanasico (ma la legge britannica ancora proibisce l’eutanasia) messo in piedi nel Regno Unito, Alfie potrebbe far saltare proprio quel sistema: basta con i sequestri di Stato, basta con la morte di Stato!

E il surreale spiegamento di forze messo in campo dagli inglesi mostra quanto le autorità temano questo pericoloso precedente. Ma d’altra parte, quanto può durare la polizia a piantonare un bambino malato di due anni, in terapia intensiva, insieme al suo papà e alla sua mamma? E come pensano di staccare il ventilatore, oggi?