L’11 settembre 2001 avevo 12 anni e sono molto cambiato
12 Settembre 2007
di Diego Marini
L’ 11 settembre 2001 ero ancora un
bambino, avevo 12 anni . Le immagini di quei lunghissimi grattacieli avvolti da
una coltre di fumo non sono che un vago ricordo, e il simbolo di uno di quei tanti
tragici eventi che a quella età non poteva toccarmi più di tanto. Ma già
all’indomani riuscii ad intuire che quello era un evento di una portata ben
maggiore. Un fatto che addirittura andava ad occupare le prime pagine della
gazzetta dello sport, non poteva non esserlo. A sei anni dall’attacco
terroristico alle torri gemelle, infatti, gli effetti scatenati da questo
tragico episodio sono tutt’altro che circoscrivibili né tanto meno esauriti.
Esso infatti può essere considerato uno spartiacque per quanto riguarda l’epoca
moderna. Prima di tutto l’attacco alle torri gemelle sancisce la fine del mito
dell’inviolabilità a stelle e a strisce. L’America, sancta sanctorum delle
potenze democratiche, viene attaccata al suo cuore. La nazione con un apparato
bellico apparentemente invincibile deve assistere impotente ad una seconda
Pearl Harbor ma ben più grave e
dolorosa. Inoltre i fatti accaduti l’undici settembre palesano l’esistenza di
uno scontro culturale tra occidente ed oriente, fungendo anche da casus belli
per lo spostamento dello stesso in un terreno pi