Se fare il consigliere comunale (di centrodestra) a 18 anni significa essere “razzisti”

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Se fare il consigliere comunale (di centrodestra) a 18 anni significa essere “razzisti”

Se fare il consigliere comunale (di centrodestra) a 18 anni significa essere “razzisti”

26 Giugno 2019

Succede in Toscana, dove il profondo rosso non ha voglia di rinunciare alle intimidazioni: Matilde Barberi, anni 18, appena eletta nel consiglio comunale di Montaione (FI) in una lista civica appoggiata da tutti i partiti del centrodestra, va a San Miniato (PI) per sostenere l’esame di maturità al liceo Marconi ed è accolta da una serie di grosse scritte sui muri della scuola, del genere “Leghista razzista, San Miniato non ti vuole”, e simili.

Per la verità Matilde non è stata eletta in una lista leghista, come gli autori delle scritte hanno affermato, e come i giornali hanno grossolanamente riferito, bensì nella lista “Montaione nel cuore”. Questo particolare, che è dovuto per amore di precisione, ovviamente non è rilevante per il giudizio sulla qualità del gesto perpetrato contro una ragazza per bene che si sta dando da fare per il suo paese collocandosi in una prospettiva di centrodestra.

Evidentemente certi antichi vizi, oggi coltivati e blanditi dalla retorica dell’antifascismo militante in servizio permanente, manifestano una spiacevole persistenza e non si fermano neppure davanti all’età e – soprattutto- al momento delicato e fragile di chi deve sostenere un esame notoriamente stressante.

Matilde, con il sostegno del suo combattivo capogruppo Leonardo Rossi, non si è data per vinta, e insieme hanno denunciato l’aggressione non solo per vie giudiziarie, ma dandole ampio risalto sui social.

E così, mentre immediatamente i sindaci di San Miniato Giglioli e quello di Montaione Pomponi, ambedue PD, hanno espresso la loro solidarietà alla ragazza, la vicenda è rimbalzata nelle cronache nazionali, provocando gli interventi degli esponenti dei partiti di centrodestra.

I giovani protagonisti di Montaione nel cuore non la vogliono finire qui, e vogliono cogliere l’occasione per andare fino in fondo e per far sì che gli autori siano perseguiti penalmente, ma anche per stimolare una riflessione generale sul diritto di parola e di espressione pubblica di opinioni politiche, che in qualche modo ancora oggi continuano ad essere intimidite, quando non sono allineate con il mainstream dell’onda rossa.