Il Senato dello Stato del Texas, superficie doppia di quella dell’Italia e 29 milioni di abitanti, ha vietato per legge agli atleti transgender di competere nelle squadre e gareggiare negli sport se non corrispondono al genere con cui sono stati registrati alla nascita e non in quello in cui si identificano.
In Italia stiamo ancora aspettando che il Ministro delle Pari Opportunità Elena Bonetti e la Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali rispondano alla petizione di un numeroso gruppo di donne che praticano atletica amatoriale ed alla interrogazione del senatore Quagliariello sul sì della Fidal alla partecipazione alle gare femminili di atletica leggera di Fabrizio Petrillo detto Valentina, non soltanto uomo anagraficamente ma anche dal punto di vista fisiologico, non avendo compiuto nessuna transizione definitiva da uomo a donna.
Noi continuiamo a ritenere non una scelta di civiltà bensì di inciviltà condannare le donne a competere, salvo eccezioni, per il secondo posto in giù, vedendosi battute e i loro record frantumati da chi ha l’altezza, la struttura muscolare, la potenza e gli attributi di un maschio.
Speriamo che l’esempio del Texas faccia scuola e ripetendo la ormai abusata frase profetica di Chesterton “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
Nella foto atlete amatoriali: la seconda da sinistra è l’avvocato Fausta Quilleri che ha presentato l’esposto ai ministeri competenti