
Luigi Amicone, don Gius e la “baldanza ingenua” della CL che fu (di A. Morresi)

20 Ottobre 2021
Luigi Amicone più di ogni altro incarnava quella “baldanza ingenua” di cui don Giussani scrisse per dire di noi, della nostra compagnia di Comunione e Liberazione. Per questo la sua morte ci colpisce al cuore e ci addolora profondamente, dà l’idea di una perdita definitiva, di una esperienza conclusa.
Chi ha vissuto il CLU (Comunione e Liberazione Universitari) degli anni ‘80, chi ha in libreria il suo “Nel nome del niente” può meglio capire questa sensazione di incredulità e smarrimento, nel sapere della sua morte: lui era un uomo realmente aperto, libero e generoso e per questo imprevedibile, al di fuori di qualsiasi schema, e al tempo stesso riconoscibilissimo nella sua appartenenza alla nostra compagnia, anche adesso, in un tempo così distante da quegli anni, adesso che quella storia comune che abbiamo condiviso si è oltremodo sbiadita, fino a rendersi irriconoscibile.
Ma lui non ha mai mollato, non ha mai rinunciato e non lo avrebbe fatto mai. E’ sempre stato e restato dentro la nostra storia, caparbiamente.
E adesso che sei con Enzo, con Bertazzi, con don Ciccio, con Lele, e soprattutto adesso che sei di nuovo con il don Gius – l’elenco si sta facendo lungo, tristemente per noi ma non per te – vedi di darci una mano, da lassù, e indicaci la strada su cui andare.