Il consigliere di Speranza: “Le misure legate agli orari non servono a niente”

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Il consigliere di Speranza: “Le misure legate agli orari non servono a niente”

Il consigliere di Speranza: “Le misure legate agli orari non servono a niente”

25 Ottobre 2020

“Le misure legate agli orari non hanno alcuna evidenza scientifica. Dove sono state applicate, non hanno avuto effetto nel contenimento”. Ma se a parlare così (in un’intervista al “Messaggero”) non è il rappresentante dei ristoratori o dei baristi o il presidente di Confesercenti, ma il consigliere del ministro Speranza per l’emergenza Covid, le cose cambiano. Perché, con l’esempio della Francia sotto gli occhi di tutti, si tratta di una plateale sconfessione della linea che l’esecutivo sembra aver imboccato. Soprattutto in termini di efficacia sanitaria.

Un assist formidabile per le Regioni, che all’idea di un coprifuoco alle 18 per le attività di ristorazione sono ferocemente contrarie, e per le categorie coinvolte che temono una crisi senza ritorno.

E non finisce qui. Interpellato dal “Corriere della Sera”, anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, rilascia dichiarazioni piuttosto significative alla luce del confronto in corso sul nuovo dpcm. “Non siamo vicini alla perdita di controllo – afferma -. L’impatto in termini di ricoveri nelle terapie intensive e di numeri di persone che perdono la vita non è certamente paragonabile a quello osservato nei mesi di marzo-aprile. Evitiamo quindi di farci prendere dal panico”.

Qualcuno lo ascolterà? E soprattutto, terrà conto delle indicazioni di Locatelli circa i più frequenti ambiti di trasmissione del virus? In proposito, il presidente del Consiglio di sanità non ha dubbi: la maggior parte dei contagi si verificano nel contesto “familiare/domiciliare”, in quello “sanitario/assistenziale” e in quello “lavorativo”. In sostanza, è più pericoloso organizzare una cena in casa o ricoverarsi che mangiare in ospedale.

Qualcuno recapiterà la rassegna stampa a Palazzo Chigi?