Chi è Giorgia Meloni e perché potrebbe fare il sindaco di Roma

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Chi è Giorgia Meloni e perché potrebbe fare il sindaco di Roma

21 Febbraio 2008

Il suo telefono squilla di continuo. E i parlamentari di entrambi gli schieramenti che la salutano nel Transatlantico di Montecitorio o davanti al bar Giolitti fanno fatica anche soltanto a complimentarsi con lei per la sua possibile candidatura a sindaco di Roma da parte del centrodestra. Quando, però, riesce a staccarsi dalla cornetta e le congratulazioni arrivano finalmente alla destinataria lei sorride, alza le sopracciglia e ribadisce che non c’è ancora nulla di deciso. E che non è affatto detto che sarà lei a sfidare Francesco Rutelli nella corsa al Campidoglio.

Sono giornate strane per Giorgia Meloni, trentenne vicepresidente della Camera. Il suo atteggiamento è quello di sempre. Sorride, ironizza, dissimula e allontana da sé le lusinghe del potere, fedele al basso profilo che la accompagna da sempre nei passaggi fondamentali della sua carriera politica, da lei spesso affrontati “suo malgrado”, simulando morbide inadeguatezze pronte a tramutarsi in un impegno feroce. La piccola pasionaria della Garbatella non fa sconti o eccezioni. Anche a Gianfranco Fini  – che dopo averla sondata per la Provincia le ha improvvisamente prospettato “l’upgrading” al Comune – ha risposto chiaro e tondo con un “obbedisco” pieno di perplessità e di senso di responsabilità. Il suo ragionamento è stato pressappoco questo: “Quello che voi chiedete io faccio ma non posso nascondere che mi sembra un’impresa titanica alla luce della mia esperienza politica”. E dire che anche Silvio Berlusconi ha dato il via libera alla sua candidatura e dopo aver letto i sondaggi che la danno al 36% – contando anche la concorrenza quasi sullo stesso terreno di Francesco Storace – ha pronunciato un ottimistico: “Si può fare”.

E’ dentro Alleanza Nazionale – che avrebbe preferito avere la casella della Provincia dove magari spendere il nome dell’ex presidente, Silvano Moffa, mettendo in quota Forza Italia Giuliano Ferrara al Comune – però che si appuntano ancora alcune perplessità sulla scelta finale da compiere. E da qualche ora hanno ripreso a circolare i nomi di Maurizio Gasparri, Gianni Alemanno e Fabio Rampelli come possibili candidati. La favorita, però, resta lei. E con il passare delle ore la Meloni inizia ad abituarsi all’idea di affrontare una corsa a ostacoli piena di rischi ma anche capace di regalarle un enorme bagno di popolarità.

D’altra parte l’idea di gettare nella mischia un volto nuovo e  fresco, capace di sparigliare le carte, contro una vecchia volpe della politica come Francesco Rutelli piace a molti. Il duello tra lei, la giovane outsider, e un uomo inevitabilmente legato all’establishment romano accende la fantasia di coloro che sognano di ribaltare un verdetto già scritto.  E c’è da mettere nel conto un altro aspetto: la pressione dal basso che sta salendo fino alla segreteria del partito. Il desiderio di molti militanti di An di vedere un volto nuovo, di avere il primo candidato sindaco donna della storia di Roma e di vedere su un proscenio così importante lei, la ragazza terribile dall’oratoria infuocata, passata attraverso un cursus honorum di tutto rispetto, prima a 21 anni come più giovane consigliera provinciale d’Italia, a 25 come prima ragazza a guidare un’organizzazione giovanile, a 29 come più giovane vicepresidente della Camera (un incarico, quest’ultimo, dove, tra regolamenti della Camera, cavilli giuridici, tranelli delle vecchie volpi della politica ha dimostrato di sapersi districare più che bene).

Una ragazza che ha fatto strada politicamente cominciando a 15 anni in una sezione del Msi in una borgata rossa. Una senza padrini, né amanti, né parenti famosi, una che porta Roma stampata nella sua cadenza e nel suo accento, una che colleziona angeli (ne ha più di 300, di legno, vetro, cristallo, marmo, stoffa, gesso) ma sa al contempo mostrare gli artigli e a volte deve anche fare uno sforzo per tenere a bada il suo “caratterino” non proprio malleabile. Una con una passionaccia per la politica ma anche con un forte senso di appartenenza verso la sua comunità politica, quella di An e di Azione Giovani, rispetto alla quale sente sempre il dovere di restituire qualcosa.

La nuova avventura di Giorgia, insomma, sta per iniziare. E la piccola, grande donna della Garbatella già affila le armi verbali per contrastare l’eloquio sornione e ammiccante di Francesco Rutelli. Consapevole che, comunque, male che vada al Comune, per lei si prospetterà un seggio sicuro in Parlamento. Un ritorno al recente passato che lei potrà affrontare senza il timore – che sembra accompagnarla da sempre – di non riuscire a gettare l’anello del potere nel fuoco, prima che il suo fascino malvagio abbia la meglio sulla sua passione di militante.