La Francia rimanda Sarkozy al ballottaggio

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La Francia rimanda Sarkozy al ballottaggio

10 Marzo 2008

Le elezioni comunali (primo turno) di ieri in Francia hanno evidenziato,
ancora una volta, la fallibilità dei sondaggi: a parte Ségolène Royal, che ha
visto nel voto dei francesi una “sanzione” contro il governo, tutti i commenti
– provenienti sia dagli analisti che dai politici – rimangono molto cauti e
sottolineano quanto l’“onda rosa”, tanto annunciata, non si sia verificata…
almeno finora. Con una buona partecipazione (un po’ meno del 70%, tranne che a
Parigi) ma in attesa di cifre ufficiali, socialisti e verdi avrebbero raccolto
complessivamente il 47,5% contro il 40% alla destra, il 4,5% per i centristi
del Modem, 2% per l’estrema destra (FN), 2% per l’estrema sinistra. Alle
contemporanee elezioni provinciali, la sinistra prenderebbe il 48% dei voti
contro il 42% alla destra, il 5% al FN e il 4% al Modem. Vittoria della
sinistra sicuramente, ma la cui ampiezza rimane tutta da determinare.

Questi risultati evidenziano prima di tutto la conferma “relativa” della
bipolarizzazione del sistema politico francese. La rimonta elettorale della
sinistra nel suo complesso si è fatta innanzitutto a favore del partito
socialista (nel 2001, socialisti e verdi raccoglievano il 44,87%), che conferma
il suo tradizionale radicamento locale. Lione, dove il sindaco socialista uscente
passa sin dal primo turno, ha un sapore amaro per l’UMP e i risultati di Parigi
rappresentano un vero plebiscito nei confronti di Delanoe (42% contro il 31% nel
2001). Un partito socialista, inoltre, che dimostra di recuperare una buona
parte del voto popolare che era andato a Sarkozy nel 2007. Il partito
comunista, invece, resiste a livello locale ma non guadagna terreno. A destra,
il Fronte Nazionale perde molti suffragi (nel 2001, raccoglieva il 3,73%) e
sparisce al secondo turno.

La progressione del Modem, tuttavia, – ed è il secondo insegnamento di
questo primo turno – ne fa l’arbitro di numerosi ballottaggi e illustra la
vitalità di una formazione data per morta dopo le legislative dello scorso
anno. Si configura come un partito urbano che si può permettere di mantenere
una propria autonomia politica nei confronti delle due grandi formazioni (i
suoi candidati ottengono in alcune città importanti più del 10%, soglia per
mantenersi al secondo turno). Un successo parziale quindi, che non permette al
Modem di vincere (tranne forse Bayrou a Pau), ma che gli da l’opportunità di
esistere, nell’ottica del 2012.

Infine, si può concordare con il segretario del PS Hollande e il presidente
del Modem Bayrou nell’interpretare questo voto come un “avvertimento” nei
confronti del governo. Riflette, almeno in parte, un malcontento diffuso,
rispetto sia alle difficoltà attuali che alla gestione del potere da parte di
Sarkozy. Questo voto non è stato, però, la “sanzione” che ci ha voluto vedere
Ségolène Royal: per ribaltare più nettamente i risultati dello scorso anno, ci
sarebbe voluta una sinistra coerente e propositiva… Ma a qualche settimana
della designazione del nuovo segretario del PS, i socialisti sono più divisi
che mai. Eppure potevano trarre maggiore vantaggio dal calo vertiginoso della
popolarità del presidente della Repubblica e dal fatto che le elezioni
intermedie sono generalmente favorevoli all’opposizione sia per la delusione
nei confronti della politica governativa sia a causa di una classica
smobilitazione degli elettori (soprattutto di destra). L’“onda rosa”, in fin
dei conti, non è stata abbastanza importante per spingere Sarkozy a cambiare
politica e ha permesso a Fillon di annunciare, sin da ieri sera, che il governo
“manterrà l’obiettivo delle riforme”.

Rimangono ad oggi troppe incertezze per poter pronosticare il risultato finale
e non a caso, i leader di destra ma anche, e sopratutto, di sinistra richiamano
alla prudenza e alla mobilitazione per il secondo turno. L’unica cosa certa è
che l’ampiezza della sconfitta della maggioranza dipender%C3