Camorra, bliz contro il clan Mallardo
30 Novembre 2016
Gli operatori della Squadra mobile, del Centro operativo della Dia, del Nucleo investigativo Carabinieri e del Nucleo Pt della Guardia di finanza stanno eseguendo arresti nei confronti di esponenti di vertice del clan e di imprenditori, compiendo contestualmente vari sequestri.
Riciclaggio e camorra i reati imputati agli affiliati del clan Mallardo. Questi i nomi degli arrestati nel blitz del 30 novembre. Oltre ad Anna Aieta c’è Lucente Salvatore, il marito di una figlia di Ciccio Mallardo. Ai domiciliari De Fortis Nadi Ciro e Gaetano Esposito, imprenditori. L’indagine sarebbe nata a seguito di accurati studi e intercettazioni su vari casi di riciclaggio all’interno del clan Mallardo. I colletti bianchi, secondo l’accusa e la magistratura, avrebbero favorito la cosca egemone a Giugliano. Uno degli impresari è anche accusato di aver favorito i Mallardo per aver assunto la moglie di Ciccio. Un’altra batosta per il gruppo che ultimamente sta subendo molti colpi dalla magistratura.
Oggi i magistrati hanno colpito un’altra ala del clan. Una fino ad ora mai toccata. Già da qualche tempo girava la voce che tutti gli affari fossero gestiti dalle donne, dalle mogli. Erano loro le reggenti. Probabilmente le forze dell’ordine già indagavano da tempo fino ad arrivare ad oggi con due arresti importanti.
Le recenti attività investigative svolte nell’anno 2014 attestano il ruolo di Francesco Mallardo quale leader assoluto della alleanza poiché dalle intercettazioni ambientali registrate nell’abitazione in Sulmona è emerso che esponenti del clan Bosti-Contini si riferivano a lui per l’adozione di decisioni di particolare rilievo da adottare all’interno delle proprie consorterie e di ottenere il suo benestare per effettuare investimenti di particolare rilievo economico.
Le misure cautelari personali sono state emesse a carico di Anna Aieta, moglie di Mallardo Francesco, e di Salvatore Lucenti, genero dello stesso capoclan, che si sono rivelati essere i veri motori della consorteria. Secondo quanto ritenuto dal GIP nella ordinanza cautelare essi, oltre ad essere ed i principali interlocutori di Francesco Mallardo ed esecutori delle sue disposizioni, rilevanti per la prosecuzione della vita del clan, hanno mostrato di possedere una propria autonoma sfera decisionale ed una forte capacità organizzativa in relazione ai diversi settori di interesse del sodalizio: Aieta in quello dell’esercizio abusivo del credito e Salvatore Lucente nel controllo delle distribuzione del pane, nella gestione di supermercati e di rivendite di fuochi pirotecnici e di caseifici.
Sigilli a ventidue unità immobiliari, due terreni, tre auto e due moto, una imbarcazione, 8 società e 74 conti correnti. Sequestro per equivalente, inoltre, per 2 milioni di euro frutto di una somma investita dal boss Francesco Bidognetti e dalla moglie Anna Aieta attraverso l’imprenditore Gaetano Esposito, anche lui destinatario di una misura cautelare. Le accuse per le persone coinvolte (affiliati, prestanome ma anche imprenditori ) sono associazione di tipo mafioso, oltre a riciclaggio, intestazione fittizia di beni, attività finanziaria abusiva e illecito concorrenza, reati aggravati da metodi e finalità mafiose.