Dati Istat, +0,9 il Pil nel 2016. Ma l’Italia resta in fondo alla classifica Eurozona
14 Febbraio 2017
In attesa di pubblicare il prossimo marzo i conti annuali dell’economia italiana, l’Istat ha stimato per il 2016 la crescita del Pil pari allo 0,9%. Un dato che sale al +1% se, come aggiunge l’istituto nazionale di statistica, si corregge per gli effetti di calendario, cioè scontando il fatto che l’anno scorso ci sono state due giornate in meno rispetto al 2015.
A sostenere la progressione congiunturale, come spiegano gli economisti, è un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi e una diminuzione nel comparto dell’agricoltura. Bene la domanda nazionale mentre è negativo l’apporto della componente estera netta.
Dunque, in tempi di bracci di ferro con Bruxelles per la correzione dei conti pubblici da 0,2 punti di Pil, un “aiutino” al governo e al ministero del Tesoro arriva dalle stime di crescita dell’Istat.
In ogni caso, anche se i dati sembrano incoraggianti, c’è poco da esultare. La crescita italiana resta tutt’ora in fondo alla classifica dell’Eurozona, il cui Pil medio si muove a velocità quasi doppia (al +1,7%). Inoltre se si tiene conto del fatto che le condizioni dell’Area Euro nel 2016 erano molto favorevoli alla crescita grazie allo stimolo monetario della Banca Centrale Europea che ha permesso di tenere bassi i tassi di interesse, incoraggiando così i consumi e gli investimenti, e se a questo si aggiunge che la congiuntura economica globale sembra assumere lentamente un trend positivo, il +0,9 italiano è, tutto sommato, nella norma anche se al di sotto dei livelli di crescita dei nostri partner europei. Il Pil tedesco cresce, infatti, il doppio più del nostro e quello spagnolo addirittura il triplo.
Quindi, anche se il premier Gentiloni e il ministro dell’economia Padoan si sono affrettati a commentare su Twitter parlando, rispettivamente, di dati “incoraggianti” e di un Pil che “migliora più del previsto”, rimane il fatto che, da noi, la ripresa va a velocità più ridotta.