Esami di riparazione: tanto rumore per nulla

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Esami di riparazione: tanto rumore per nulla

08 Novembre 2007

La cosiddetta
reintroduzione degli esami di riparazione, alla luce della ordinanza emanata
dal ministro Fioroni, si
è dunque ridotta a ben poca cosa: tanto
clamore mediatico ha partorito soltanto una misura destinata ad avere scarsa
efficacia e che semmai perpetua un male tipicamente italiano: il moltiplicarsi
delle prove d’appello senza che si arrivi mai ad una definitiva assunzione di
responsabilit
à.

Nell’ordinanza il ministro dispone intanto l’obbligo per le scuole di
organizzare corsi di recupero a partire dall’inizio del secondo quadrimestre.
Peccato che questi corsi di recupero fossero gi
à previsti nello
stesso decreto 226 del 2005, peraltro abrogato proprio da Fioroni.
 Nella
prospettiva dei percorsi differenziati e delle ore facoltative contemplate dalla
riforma Moratti vi era anzi l’opportunit
à per gli studenti più
bravi di approfondire e per quelli in ritardo su qualche materia di recuperare.

Al di là
di questo in che cosa consiste dunque la riforma Fioroni? A giugno, per gli
studenti che abbiano rivelato lacune, il giudizio viene sospeso e rinviato ad
agosto, con il prolungamento dei corsi di recupero gi
à
avviati durante l’anno. Ad agosto, peraltro, nell’ipotesi in cui permangano
delle insufficienze, la bocciatura non
è automatica, ma
presuppone una valutazione complessiva. Altro dunque che “i debiti vanno
finalmente pagati!”. Si
è solo data una chance in più
allo studente, una prova d’appello ulteriore sulla cui efficacia ho seri dubbi.
Si tratta infatti di prolungare una “agonia” per un mese e mezzo,
durante un periodo che
è certamente quello meno adatto allo
studio e alla concentrazione.

Nella sostanza i debiti si possono continuare a
portare avanti all’infinito. Molto pi
ù seria, nonostante
sia ignorata da tanti commentatori tuttologi, la riforma Moratti. Prevedeva
infatti,
è bene ribadirlo, che nelle ipotesi di
gravi lacune lo studente potesse essere bocciato gi
à
a giugno, negli altri casi dava al giovane la possibilit
à
di dimostrare nell’intero anno successivo di aver cambiato registro o di essere
finalmente maturato. In ogni caso al termine di ogni biennio tutti i debiti
dovevano essere stati saldati, pena la non ammissibilit
à
all’anno seguente.
 Oltretutto veniva considerata pure la
condotta, che invece qui scompare nella valutazione. Questo era tanto pi
ù
importante con riguardo all’ammissione all’ultimo anno, mentre con
significativa differenza Fioroni, gi
à nella sua riforma
della maturit
à, ha consentito di ammettere in deroga
anche coloro che non abbiano pagato tutti i debiti contratti.

La pretesa maggiore
seriet
à della politica scolastica del governo
di centrosinistra sta dunque soltanto nella scarsa conoscenza dei fatti o nella
prevenzione ideologica di certo giornalismo.

Paradossalmente
l’unico pregio della riforma Fioroni pu
ò consistere in un
obiettivo che non era forse nelle intenzioni del Ministro: si costringer
à
lo studente “lavativo” a ridurre le sue vacanze, anche se temo che si
tratter
à nella gran parte dei casi di quelli
che comunque in vacanza non ci sarebbero mai andati.

*Giuseppe Valditara è senatore della Repubblica e responsabile Scuola
An