Il renzismo applicato ad Alfano
31 Maggio 2017
Tutti si chiedevano che fine avrebbe fatto la “special relationship” tra Renzi e Alfano alla fine di questa legislatura. Il botta e risposta incandescente sulla legge elettorale tra il segretario del Pd e il leader di Area Popolare lo spiega plasticamente. Il “tedescum”, come l’hanno ribattezzato, la nuova proposta di legge elettorale, ha una soglia di sbarramento al 5 per cento che, se stiamo ai sondaggi, lascerebbe fuori dal parlamento Ncd ora Area Popolare. E come porge la sgradita notizia Renzi ai suoi alleati centristi, dopo averli spremuti a dovere per anni? Nel suo solito modo da bullo di Rignano: “Ha fatto il ministro di tutto,” dice Matteo parlando di Angelino, “se non arriva al 5 non si blocca il paese”. Liquidati gli alfaniani, punto. Alfano, stizzito, come si dice in questi casi, prima chiede a Renzi se farà cadere o meno Gentiloni e subito dopo lo avverte: “Ci rivedremo in parlamento alla prossima legislatura”. In attesa di capire da dove nasce tutto questo ottimismo alfaniano, quello che invece non fa una piega è il renzismo. Nel senso tipico di uno che quando faceva il boy scout più che insegnargli il significato della parola riconoscenza lo hanno mandato in viaggio premio nella jungla.