Come andrà a finire il Ramadan iniziato con la strage di cristiani in Egitto
02 Giugno 2017
All’ora di religione vi avranno sicuramente raccontato che il Ramadan è il mese, per il calendario islamico, nel quale si pratica il digiuno (in arabo: رمضان, ramaḍān). Si tratta di un momento d’eccezione dell’anno dei fedeli musulmani. “Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza”, dunque il periodo in cui si celebra l’annuncio della Rivelazione fatta dall’angelo Gabriele a Maometto. Ma non è soltanto il mese del digiuno, c’è molto di più. “La nostra lotta è la Jihad, un culto obbligatorio. Ed ogni gesto di culto obbligatorio, nel mese del Ramadan, gode di una ricompensa che vale 70 volte in più”. Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha così rifiutato l’appello delle Nazioni Unite per fermare le ostilità durante il Ramadan e, nel frattempo, ha cercato di chiarire il significato del mese sacro islamico per gli “Studenti di Dio”. L’islam vuole il sacrificio durante il Ramadan e lo considera molto più importante di quello compiuto in altri momenti dell’anno, perché la chiamata al martirio assume in quel mese un fascino speciale.
Concetto che ha cercato di rendere più esplicito direttamente lo Stato islamico che, in un video pubblicato su YouTube (in cui viene citato il Corano), ‘invita’ alla caccia agli “infedeli nelle case, nei mercati, per le strade, nei pubblici spazi d’incontro”. E chiede di raddoppiare gli sforzi, intensificare le operazioni siccome “prendere di mira i cosiddetti innocenti e civili è per noi il modo più efficace per andare avanti nella strada che ci porterà al grande premio o al martirio nel mese del Ramadan“. L’imperativo? Utilizzare questo mese per massimizzare gli sforzi. Lo scorso anno, quello che era allora il portavoce dell’Isis, Abu Mohammad al-Adnani, fu ancora più esplicito e invitò a trasformalo quanto meglio e prima in “un mese di calamità per tutti gli infedeli, soprattutto in Europa e in America”.
Del resto il Ramadan del 2016 è stato tra i più sanguinosi degli ultimi anni. Solo gli “infedeli” uccisi e rivendicati dall’Isis sono stati almeno 5000, tra cui le 49 vittime dell’attentato alla discoteca di Orlando, in Florida, i 300 uccisi a Baghdad e i 22 morti a Dhaka, in Bangladesh all’inizio di luglio. Tutti nello stesso mese, nel tradizionale mese ‘santo’ e ‘pacifico’ dei musulmani, contraddistinto da pratiche di devozione sui generis: è il sangue a farla da padrone. D’altronde il gran Mufti d’Egitto, ‘Ali Gum’a – nei paesi musulmani, il dotto autorizzato a emettere responsi in materia giuridica e anche teologica – nel 2012 pubblicò un articolo in cui scriveva, inquivocabilmente, che “Il Ramadan è un mese di jihad e di conquiste, in cui l’obiettivo principale è la diffuzione della giustizia e della tolleranza islamica in tutto il mondo”. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, c’è la guida dei Fratelli Musulmani, Muhammad Badi’, che in poche battute spiega che “Allah l’onnipotente ha voluto il Ramadan per far vincere i musulmani e dare ai loro nemici un colpo mortale”.
Il mondo occidentale, intanto, si preoccupa di tutelare al meglio la “festa religiosa” del Ramadan. Nel Regno Unito l’ASCL, l’associazione che rappresenta 18.000 insegnati di licei e università, anche quest’anno, pochi giorni prima dell’inizio del mese islamico, ha suggerito una serie di linee guida perché le scuole integrassero al meglio gli studenti musulmani. Chiedendo pertanto di spostare gli esami, riprogrammare le giornate sportive per soddisfare le necessità di chi digiuna, cambiare il calendario delle sedute di laurea e rendere ogni attività molto meno faticosa. Cosa che si è trasformata in prassi consolita in Svezia, per esempio, dove è stato siglato direttamente un accordo tra i funzionari educativi e i gruppi musulmani per garantire un trattamento speciale a bambini e ragazzi musulmani. E dove addirittura le feste nazionali sono state spostate per evitare lo “scontro” con il Ramadan. Cosa che stava per succedere anche in una scuola di Brooklyn dove con una petizione era stato chiesto di spostare l’annuale ballo di fine anno, ma per questioni logistiche non è stato possibile. Però il preside ha promesso che non accadrà più, sempre per rispetto del Ramadan.
In Italia il clima non è diverso. Il segretario generale del SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente – anche quest’anno ha chiesto di posticipare gli esami di maturità, previsti per il 21 giugno, perché in quei giorni il Ramadan non sarà ancora finito. Per il sindacato adeguare il calendario scolastico italiano, o più in generale quello Occidentale è un segnale di “rispetto delle festività religiose e dell’impossibilità di tenere esami di Stato durante le stesse”, un tentativo di rendere la scuola “automaticamente inclusiva”. Come sono integralisti questi laicisti dediti all'”apertura”! E che belle queste culture ibride e incolore, vero? In ogni caso, quest’anno, l’inizio del Ramadan, ha coinciso con la strage dei cristiani d’Egitto, quando miliziani dell’Isis hanno attaccato l’autobus che avrebbe dovuto trasportarli ad un monastero. I miliziani dello stato islamico hanno fatto scendere i cristiani dall’autobus e chiesto singolarmente di scegliere tra la morte e la conversione all’islam. In 29 sono stati uccisi, tra cui 10 bambini: infedeli puniti ed è pure iniziato il mese sacro, gran colpo.
Ma se è iniziato così, chissà come andrà a finire questo il Ramadan 2017?