Grillo blinda patto tedesco. Nel Pd nodo pluricandidature
03 Giugno 2017
di Redazione
Il modello tedesco tiene, ma da adesso in poi avrà più chiara l’impronta di Beppe Grillo. Il leader M5S, infatti, in un gelido post blocca il dissenso interno al Movimento blindando quel patto con Pd e FI che nelle ultime ore davano tutti per traballante. L’intervento del garante del M5S, tuttavia, non spegne i malumori che resistono nel mondo del centrosinistra sul sistema tedesco. Oggi, infatti, in commissione Affari Costituzionali, gli orlandiani daranno battaglia per eliminare le pluri-candidature dal testo di Emanuele Fiano e prerparando degli emendamenti mirati, pur garantendo che non faranno ostruzionismo.
“Sono fiduciosa che l’accordo tenga”, spiega la sottosegretaria Maria Elena Boschi a margine della parata del 2 giugno. Poco dopo la conferma arriva da Grillo: “Se gli altri partiti non cambieranno idea sul modello tedesco i portavoce del M5s voteranno a favore del testo: non è il nostro modello ideale ma è un sistema costituzionale”, scrive il leader M5S ricordando ai parlamentari di “rispettare le decisioni degli iscritti”.
E mentre si rincorrono le repliche degli altri partiti, c’è silenzio, invece, dal Pd. Gli esponenti Dem, infatti, questa volta devono mantenere la prudenza anche perchè senza il M5S difficilmente l’accordo terrà . Sinistra Italiana, infatti, non garantisce il suo voto chiedendo di cambiare il testo in commissione e parole simili arrivano da Mdp. E Il testo Fiano, intanto, continua a non piacere ad una fetta del centrosinistra italiano. Walter Veltroni ricorda la vocazione maggioritaria del partito e sottolinea come il testo non corrisponda al sistema tedesco. “Con il proporzionale si torna agli anni Ottanta”, attacca Veltroni giudicando “un errore gravissimo” la prospettiva di un’intesa Pd-FI. “E’ una legge elettorale peggio della Prima Repubblica, quando almeno si potevano scegliere i parlamentari. Questa volta nemmeno questo potrà essere concesso agli elettori italiani”, è il duro commento dI Enrico Letta.
Il ‘tedeschellum‘ ha adottato due elementi del sistema originale tedesco: la soglia al 5% per entrare in Parlamento e la ripartizione proporzionale su base nazionale dei seggi. Ma in Germania la scheda elettorale è divisa in 2 parti perché due sono i voti: con il primo l’elettore sceglie il parlamentare del collegio uninominale, con il secondo la lista e i deputati ad essa associati. È possibile il voto disgiunto. La versione italica del tedesco invece non consente il voto disgiunto. Non solo. In Germania chi vince in un collegio uninominale va sicuro in Parlamento. In Italia invece la certezza ce l’ha solo il primo del listino bloccato.