Con Trump la stampa è sempre più buggerata
19 Febbraio 2017
Parlando a un comizio in Florida, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è tornato ad attaccare i grandi media, “non dicono la verità”, ha spiegato il Don, “diffondono notizie false”, fake news. E’ noto che il corpo a corpo con l’informazione è costato fino adesso a Trump l’accusa di essere un nuovo dittatore, come ha ripetuto ieri il senatore repubblicano Mc Cain. E’ noto anche che stiamo assistendo a una guerra senza quartiere dove si rischia di non capire più qual è la notizia, cos’è vero e cosa è falso sul web o in televisione.
Come pure abbiamo spiegato perché, dai tempi della campagna elettorale, Trump cerca di far saltare la mediazione tra pubblico e politica, esercitata tradizionalmente dalla stampa, per rivolgersi in modo diretto agli americani, in quello che gli esperti chiamano processo di “disintermediazione”, che poi in soldoni vuol dire che la gente non si fida più delle verità preconfezionate.
Sono tutte cose note e di cui abbiamo scritto. Di una cosa però si parla meno, e cioè del fatto che la stampa, continuando a sottovalutare Trump come sta facendo, a descrivelo insieme al suo staff come un branco di incompetenti, si fa puntualmente buggerare dal presidente, ottenendo l’effetto opposto a quello desiderato (dimostrare che Trump è incapace di governare). L’effetto se mai è quello descritto dal regista Oliver Stone: sono i giornaloni che ne escono come degli spacciatori di notizie false.
Si prenda la notizia della mobilitazione della Guardia nazionale per dare la caccia e deportare i clandestini fuori dagli Usa. Così, almeno, ci è stata raccontata la cosa: una sorta di potere totalitario, la Casa Bianca, pronta a eseguire raid su vasta scala nel Paese. Si è scoperto però che il numero di “deportati” da Obama, in rapporto a oggi, fu sensibilmente superiore, e così, dopo che l’autorevole Associated Press batte la notizia sulla guardia nazionale e i giornali di mezzo mondo, italiani compresi, ci vanno a nozze titolando sulle “deportazioni”, tutto si risolve nella solita bolla di sapone.
Ma attenzione: prima di battere la notizia, Associated Press chiede alla Casa Bianca una verifica, che non viene confermata. L’agenzia lancia lo stesso la news, citando anche un documento ufficiale del governo federale che proverebbe la mobilitazione imminente contro i clandestini. Il caso si ingigantisce. Finché emerge – fonte l’ICE, l’autorità per la immigrazione Usa – che Obama ha “deportato” molto più di Donald. E lo scoop diventa farsa.
A quel punto, ciliegina sulla torta, arriva la smentita ufficiale della Casa Bianca, che a proposito del documento citato da Associated Press fa sapere che si tratta di piani che fanno capo al dipartimento della Homeland Security, non direttamente a Trump. Morale della favola: i giornali, che pensavano di aver fatto bingo, ne escono scornati, la fake news si disintegra davanti alle smentite ufficiali e la domanda finale diventa: è mai possibile che professionisti della informazione si facciano gabbare così facilmente dai presunti “incompetenti” del team Trump? Possibile. Ed è proprio continuando così che i media un pezzo alla volta stanno perdendo la loro credibilità.
(Nella foto, la falsa copertina del Boston Globe, datata 9 aprile 2017, ma apparsa il 9 aprile 2016, che annuncia le “deportazioni” dei clandestini)