Regno Unito, May ottiene il via libera del parlamento ma rinvia l’attivazione dell’articolo 50

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Regno Unito, May ottiene il via libera del parlamento ma rinvia l’attivazione dell’articolo 50

14 Marzo 2017

Il premier del Regno Unito, Theresa May, riferisce il quotidiano britannico “The Times”, ha in mano il potere di dare il via al processo di uscita dall’Unione Europea, dopo aver ottenuto l’approvazione parlamentare in seconda lettura della legge che autorizza il governo a invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona. La Camera dei Comuni, con l’astensione di pochi conservatori ribelli (tra i quali Nicky Morgan, Anna Soubry e Dominic Grieve), ha cancellato i due emendamenti introdotti dalla Camera dei Lord – uno sulla tutela dei diritti dei cittadini comunitari residenti in Gran Bretagna e l’altro su un “voto significativo” del parlamento sull’esito dei negoziati con l’Ue – e rinviato il testo ai Pari, che hanno votato a maggioranza per rispettare la volontà dell’assemblea elettiva e bocciato il tentativo dei liberaldemocratici di difendere le modifiche apportate.

Downing Street, tuttavia, non si avvarrà del suo mandato questa settimana, ma farà l’annuncio probabilmente nell’ultima settimana di marzo, un rinvio sgradito all’Ue, che sperava di convocare un vertice straordinario il 6 aprile per definire la posizione negoziale e che invece dovrà rimandarlo a maggio.

L’esecutivo britannico ha davanti a sè un impegnativo programma legislativo, che sarà illustrato a maggio nel Discorso della Regina. Secondo documenti inviati ai ministeri e visionati dal giornale, oltre al cosiddetto “Great Repeal Bill”, il disegno di leggeper l’abrogazione dell’European Communities Act, l’atto col quale nel 1972 il diritto comunitario fu inglobato nell’ordinamento nazionale, dovranno essere approvati almeno altri sei complessi disegni normativi che determineranno l’esito della Brexit, su materie potenzialmente divisive per il Partito conservatore, che ha una maggioranza parlamentare di soli 17 seggi: benefit per gli immigrati provenienti dall’Ue, accordi di reciprocità in materia di assistenza sanitaria, trasporto merci su strada, sicurezza nucleare, scambio delle emissioni inquinanti e trasferimento della spesa dai fondi europei ai singoli dipartimenti. A ciò si aggiungeranno le istanze della Scozia e del Galles in materia di agricoltura e pesca. 

Secondo il Times, che pubblica un rapporto riservato del governo, devono essere approvate almeno “sette controverse proposte di legge” per preparare il Regno Unito all’uscita dall’Ue. Si tratta di provvedimenti che riguardano diversi settori, fra cui l’immigrazione, il fisco, l’agricoltura, i commerci e le dogane, la pesca e la protezioni dei dati.