Vendola canta vittoria a Bari ma se fosse stato a Milano…

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Vendola canta vittoria a Bari ma se fosse stato a Milano…

28 Febbraio 2011

Dovevate sentirlo, aria tronfia e petto in fuori: sono stato eletto per scegliere e per decidere, ho tutto il diritto di governare e – è il senso sottinteso – ci mancherebbe pure che non posso fare una telefonata! No, avete capito male: non è il solito Cav. che proclama la sua innocenza per il caso Ruby. E’ Nichi il poeta, l’astro nascente della sinistra italiana, il governatore Vendola che da due legislature guida la Regione Puglia e che però non s’è mai accorto di ciò che i Pd di marca dalemiana andavano combinando nella sanità.

E’ Vendola, ancora, che si bea “molto felice” per l’archiviazione incassata a Bari nell’inchiesta sulla "sanitopoli" pugliese. “La seconda!”, annuncia orgoglioso, “dopo anni di intercettazioni telefoniche, controlli e radiografie sulla mia azione di governo”. Perché lui sì che si difende “nella giustizia e non dalla giustizia”, mica come quell’altro di Arcore. E non ci provate ad arruolarlo fra i detrattori dello spionaggio telefonico: “Io – annuncia Nichi – sono la prova che le intercettazioni sono uno strumento fondamentale: senza, non avrei potuto dimostrare di essere innocente”.

E adesso chi lo dice a Vendola che quell’altro lì – quello di Palazzo Chigi, che si difenderebbe dalla giustizia e non nella giustizia – di archiviazioni da quando è entrato in politica ne ha già collezionate tredici alle quali vanni aggiunte altre dieci assoluzioni? Chi lo racconta al nostro poeta radiografato che a quello di Arcore non si sono limitati a radiografare solo l’azione di governo? E chi glielo spiega che tutte le volte che un’accusa contro il Cav. è finita nel nulla, lungi dall’essere accolto dall’ondata di solidarietà che il presidente della Puglia ha ricevuto dal centrodestra, Berlusconi s’è ritrovato addosso una sinistra ancora più arrabbiata di prima perché l’ennesimo assalto giudiziario era fallito?

C’è il rischio che Nichi ci rimanga male, a scoprire che l’unica cosa di cui lui è prova vivente è quanto cambia l’amministrazione della giustizia a seconda delle latitudini. Perché se Vendola s’è potuto rallegrare e festeggiare la seconda archiviazione senza affrontare il processo, non è tanto per la sua probità, quanto per la capacità della Procura di Bari di saper discernere tra responsabilità politiche e sgarri da codice penale, senza cedere alla tentazione di ficcare il naso nelle prime con la scusa di reprimere i secondi. Esattamente il contrario di quanto accade più a nord, e ogni riferimento è puramente intenzionale.

Se all’onestà che in campo penale la magistratura gli ha riconosciuto Vendola ne unisse un po’ sul versante intellettuale, ringrazierebbe il cielo di trovarsi a mille chilometri da Milano e di non militare nel centrodestra, e la prossima volta ci penserebbe un po’ prima di usare la giustizia contro i suoi avversari: fosse stato il presidente della Lombardia anziché della Puglia, e fosse stato nel PdL anziché in Sinistra e Libertà, infatti, probabilmente le telefonate di Nichi sui dirigenti Asl gli sarebbero costate l’ergastolo, visto che da quelle parti una cortese chiamata di informazioni a un funzionario della Questura è sufficiente a mandare il presidente del Consiglio a giudizio immediato…