Finalmente svelato l’iPad 2 ma tutti i riflettori sono per Steve Jobs
03 Marzo 2011
Steve Jobs colpisce ancora. Alla presentazione dell’iPad2 è piombato sul palco contro ogni previsione spazzando in un sol colpo tutti i dubbi sul nuovo prodotto, sul suo stato di salute e duellando a distanza con le case concorrenti. Il one man show dell’iCeo ha ricordato a tutti che sarà ancora l’iPad il tablet da battere in questo 2011.
Sempre più, quando si parla di Apple, ci si riferisce alla storia personale del suo leader più che ai prodotti. Ma ieri al Yerba Buena Center di San Francisco è andato in scena il debutto in società dell’attesissimo tablet di seconda generazione. “Ci abbiamo lavorato tanto e non volevo perdermi il lancio di questo prodotto”, ha scherzato Jobs che è stato accolto con una vera e propria ovazione da stadio dal pubblico presente. Con indosso la solita tenuta d’ordinanza composta da girocollo nero e jeans Jobs ha poi definito l’iPad “il prodotto di consumo di maggior successo mai lanciato” con 15 milioni di esemplari venduti nel 2010.
Nello specifico, il nuovo “giocattolo” della Mela, avvolto nel più grande segreto e oggetto di molteplici speculazioni fino alle 19 di ieri, è più potente perché equipaggiato del processore A5 dual-core e dispone di due videocamere (Vga davanti e Hd 720p sul retro) utili per scattare foto, girare filmati e videochattare grazie al software Facetime. La durata della batteria si aggirerà sulle 10 ore in regime di utilizzo e un mese in stand-by; a completare il quadro un’uscita video HDMI per riprodurre video in alta definizione.
Migliorate anche le caratteristiche fisiche: il design è stato rivisto ed è più leggero di circa 90 grammi rispetto alla prima versione (da 680 a 590 grammi), è poi più sottile del 33% (si passa da 13,4 a 8,8 millimetri). Sarà disponibile in bianco e nero (argomento di cui si è molto discusso) e ci saranno cover di cinque diversi colori, con la novità rappresentata da una ‘seconda pelle’ fatta da “magneti autoallineanti, micro fibra che pulisce automaticamente lo schermo” ogni volta che si srotola capace inoltre di “mettere in sleep il monitor e risvegliarlo sveglia automaticamente”, d’altra parte, ha chiosato il Ceo, “abbiamo fatto tutta questa fatica per creare un design splendido e certo non lo vogliamo coprire”.
L’iPad2 arriverà nei negozi statunitensi l’11 marzo già dotato del sistema operativo iOS 4.3 e con un prezzo competitivo. Il modello WiFi da 16GB costerà 499 dollari, da 32GB 599 dollari e da 64GB 699 dollari. Per la versione completa anche di 3G si partirà da 629 dollari, per poi passare a729 dollari e arrivare agli 829 dollari della più costosa. Nel nostro paese bisognerà aspettare qualche giorno in più per tenere tra le mani il tablet, approderà solo il 25 marzo ad un prezzo ancora da definire. Secondo alcune indiscrezioni – e basandosi su quanto già avvenuto in passato – la conversione dollaro/euro sarà di 1 a 1, quindi basterà sostituire le due valute mantenendo inalterate le cifre.
La serata, in conclusione. ha detto molto. Ha detto che Apple è ben decisa a tenere la paurosa quota di mercato del 90% di esemplari (15 milioni venduti) sul mercato tablet e che lo vuole fare puntando forte sull’immagine. Ha detto pure che l’iPad, sicuramente migliorato sotto molti punti di vista, mantiene comunque il suo peccato originale di scarsa compatibilità con tutto ciò che non ha il disegno della mela sul dorso.
Ha detto, soprattutto e senza dubbio, che Jobs è la Apple. Nel bene e nel male. Con l’apparizione del vate sono scomparse tutte le voci di abbandono del designer Jonathan Ive e si sono accesi i riflettori sull’evento mettendo però in ombra il prodotto, che dovrebbe essere sempre al centro della scena.
La chiusura la lasciamo a Jobs stesso, che ha salutato le famiglie dei dipendenti: “ci sostengono mentre lavoriamo come pazzi per quello che ci piace fare. Non mi stancherò mai di ripeterlo: Apple non vuol dire solo tecnologia, ma saperla applicare alle arti liberali e umanistiche. È questo che ci fa battere il cuore”. Arti come il marketing e la pubblicità, aggiungiamo noi.