In Egitto gli scontri di piazza Tahrir tra esercito e manifestanti continuano

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In Egitto gli scontri di piazza Tahrir tra esercito e manifestanti continuano

03 Febbraio 2011

Dopo che le manifestazioni di piazza si sono succedute al Cairo e nel resto del paese per tutta la notte, lasciando sul campo dieci morti e più di ottocento feriti, la giornata di oggi si è aperta all’insegna di nuovi scontri nella piazza simbolo delle proteste, piazza Tahrir, piazza Indipendenza. Già questa mattina il luogo simbolo della protesta del Cairo, dove per tutta la giornata di ieri gli scontri hanno avuto luogo tra dimostranti anti-Mubarak e quelli pro-Mubarak, è stato nuovamente teatro di barricate e di raccolta di manifestanti, molti dei quali hanno lì trascorso la notte.

La tv Al-Arabiya riporta che molti sostenitori pro-Mubarak, armati di coltelli e bastoni, sono stati fermati questa mattina, e prontamente dirottati su piazza 6 Ottobre, mentre si dirigevano verso piazza Tahrir. Se scontri si dovessero verificare anche oggi, fonti ufficiose dell’esercito riportano che le forze armate egiziane saranno chiamate ad intervenire con la forza per prevenire ulteriori e eventuali violenze. Nel frattempo i militari hanno creato una zona cuscinetto tra i manifestanti egiziani nella Piazza Tahrir.

Sul fronte politico, la situazione resta ancora fluida. Il premier egiziano Shafiq ha dichiarato la sua intenzione di istituire una commissione di inchiesta per indagare sugli scontri mortali a piazza Tahrir. Nel contempo il vice presidente egiziano, Omar Suleiman, sta in queste ore tentando di avviare un dialogo con i partiti nazionali benché alcuni partiti dell’opposizione come la Fratellanza Musulmana, l’organizzazione politica islamista egiziana, abbia dichiarato di voler un "rovesciamento del regime". ElBaradei, l’ex capo dell’agenzia atomica internationale e premio nobel per la pace, ha dichiarato che "l’Egitto non sarà anti-israeliano o anti-americano." Il leader dell’opposizione egiziano ha tentato così di rassicurare quanti nella comunità internazionale occidentale temono che dalla transizione al vertice della nazione emerga un Egitto destabilizzante per l’intera regione mediorientale.

Inoltre tanto ElBaradei, che i leader della Fratellanza Musulmana, hanno nella mattina di oggi messo in chiaro la loro indisponibilità a negoziare con il governo egiziano, almeno non prima delle dimissioni di Hosni Mubarak dalla carica di presidente.

In Italia il ministro degli esteri, Franco Frattini, durante un’informativa del governo alla Camera sulla situazione in Egitto, ha dichiarato di voler convocare una riunione del gruppo 5+5, di cui l’Italia ha assunto la presidenza per affrontare l’emergenza della situazione egiziana. Il ministro Frattini ha inoltre affermato "il fallimento di iniziative europee che avrebbero potuto essere molto utili. Come l’Unione del Mediterreo, non in grado di dare risultati concreti."