Regione promossa: conti in regola, stop sanzioni
31 Marzo 2011
Un anno dopo l’amara sorpresa che gli rovinò la festa il presidente della Regione Stefano Caldoro ha firmato la certificazione della verifica del rispetto degli obiettivi del Patto di stabilità interno 2010. La certificazione, controfirmata dal responsabile dell’area Bilancio, è stata trasmessa al ministero dell’Economia e Finanze.
Con questa certificazione si chiude la fase delle sanzioni cui era stata sottoposta la Regione per effetto dello sforamento (un miliardo e 103 milioni) dei limiti del Patto avvenuto nel 2009 con la precedente giunta. Il rientro nel regime ordinario non significa che si passa dalla stagione delle "lacrime e sangue" a quella delle "vacche grasse" ma dà certamente alla Regione la possibilità di potermeglio programmare il prosieguo della legislatura. "Ma sempre seguendo la linea del rigore e della sobrietà" fanno sapere da Palazzo Santa Lucia.
Con la certificazione della verifica del rispetto degli obiettivi del Patto di stabilità interno 2010 decadono automaticamente le sanzioni previste dalla legge. Tra in particolare le misure interessate al rientro nei limiti. Il primo riguarda la possibilità da parte della Regione di contrarre mutui per gli investimenti. Per quanto riguarda la spesa corrente cade l’obbligo di limitare gli impegni di spesa al minimo dell’ultimo triennio. Infine, non ha più efficacia il blocco delle assunzioni (il che non vuol dire che ci saranno anche perchè l’obiettivo è sfoltire gli organici attraverso il decentramento. Ne, fra l’altro, si profilano concorsi). Nel 2009 il Patto di stabilità era stato sforato nei pagamenti per 1 miliardo e 103 milioni di euro, pari alla differenza tra il risultato annuale delle spese finali (ovvero spese correnti nette e spese in conto capitale nette) e l’obiettivo, fissato in modo oggettivo su una serie di parametri previsti dalla legge. Nel 2010, spiegano dalla Regione, sono stati rispettati gli obiettivi sia per quanto riguarda i pagamenti (competenze più residui) che gli impegni, ed è stata altresì ridotta la forbice tra questi ultimi ed i primi.
La delibera con la quale si dichiarava lo sforamento del Patto di stabilità fu firmata da Bassolino il 30 marzo scorso, tre giorni dopo le elezioni vinte da Caldoro. Una scelta che l’ex governatore motivò con la necessità di sostenere i redditi più bassi in un momento di crisi, di contribuire alla cassa integrazione degli operai delle aziende in crisi (in primis la Fiat di Pomiglia-no), di finanziare le bonifiche. "Una scelta sciagurata", fu il primo commento del neo-eletto governatore. Fatto sta che la nuova giunta in questo primo anno di vita ha dovuto lavorare con il freno a mano tirato per rimettere a posto i conti. Nel corso dei mesi, in particolare i primi della legislatura, l’esecutivo Caldoro ha dovuto operare una serie di tagli. La scure si è abbattuta sulle consulenze (circa 500) assegnate dal centrosinistra e sui contratti dei dirigenti regionali esterni, tutti rescissi. Inoltre la giunta ha ridotto le proprie quote di cofinanziamento dei progetti e ha tagliato i costi della politica (molte di queste misure sono state inserite nella Fi-nanziaria2011).
Nel bilancio approvato il 28 febbraio scorso è stato previsto un taglio complessivo del 10 per cento mentre attraverso il piano di stabilizzazione, che va attuato entro la fine dell’anno, la Regione punta a una serie di riforme strutturali tra le quali la riduzione delle società partecipate, un nuovo asset dei trasporti, la soppressione delle Comunità montane, l’attuazione del decentramento delle funzioni e del personale.
(Tratto da Il Mattino)