Berlusconi trova l’accordo con Tunisi. Oggi la firma per bloccare l’esodo

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Berlusconi trova l’accordo con Tunisi. Oggi la firma per bloccare l’esodo

04 Aprile 2011

Ventiquattro ore per definire i termini dell’accordo, poi la ratifica. Ieri il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Interno Roberto Maroni sono volati a  Tunisi per incontrare il presidente tunisino Foued Miebazaa e il premier del governo transitorio Beji Caid Essebsi. Scopo della visita: fermare il prima possibile gli sbarchi degli immigrati che dal Nordafrica arrivano ogni giorno a Lampedusa.

I due paesi, insomma, stanno cercando un’intesa per un intervento coordinato e tempestivo. “C’è la disponibilità da parte del governo di Tunisi di esaminare la questione e la nostra volontà di farlo in modo assolutamente civile”. Queste le parole di Berlusconi al termine del vertice. Intanto sono in corso dei colloqui tecnici tra le delegazioni dei due paesi, formate dai rappresentanti dei due ministeri degli Interni, per stabilire i contenuti dell’accordo e stendere un testo che traduca in termini concreti l’accordo.

Per il momento Berlusconi non si è sbilanciato sui contenuti dell’intesa, ma ha specificato che l’Italia darà un aiuto affinché la Tunisia possa controllare in modo efficiente le coste. Probabilmente il nostro paese offrirà al governo tunisino aiuti economici e motovedette. Ma non è tutto, perché ieri, in un’intervista alla Stampa, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha sottolineato che l’impegno economico italiano non servirà soltanto a tamponare l’emergenza, ma anche a stimolare la ripresa del paese nordafricano con “una linea di credito di 150 milioni di euro per aiutare i giovani a sviluppare microcredito, artigianato, commercio, piccole attività che allevino la disoccupazione, che è a un tasso del 30%, e aiutino l’economia a ripartire”.

Ad ogni modo il problema dell’immigrazione non riguarderà soltanto Italia e Tunisia, ma sarà affrontato su scala europea. Una nota diffusa dal governo, infatti, ricorda che il presidente del Consiglio ha già affrontato la questione con il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso e, sabato, in un’altra telefonata con il primo ministro inglese David Cameron. Inoltre, il premier francese Nicolas Sarkozy ha chiamato ieri Palazzo Chigi per tentare il disgelo diplomatico a seguito degli attriti emersi tra Roma e Parigi a causa dalla crisi libica. Berlusconi e Sarkozy hanno avuto un “lungo e cordiale colloquio” al termine del quale hanno fissato un vertice tra i ministri di Esteri, Interni ed Economia italiani e francesi. Un summit che si terrà a breve e al quale il Cav. guarda con ottimismo: “Ci sono problemi con il resto dei Paesi d’Europa dove molti immigrati vogliono alla fine recarsi”, ha detto, assicurando che anche la risoluzione di questo problema potrà avere buon esito.   

A Tunisi il premier ha anche ricordato l’impegno preso con i lampedusani: "Il flusso di giovani tunisini che da noi cercano una nuova vita di democrazia e libertà ha creato un inconveniente in una piccola isola di cinquemila abitanti come Lampedusa con un flusso di migranti di gran lunga superiore al numero degli abitanti. Noi siamo intervenuti e da ieri l’isola è tornata ai suoi abitanti, perché abbiamo dislocato in vari parti d’Italia”. Infatti, durante il viaggio nella capitale tunisina, gli imbarchi a bordo delle navi messe a disposizione dal governo per evacuare Lampedusa non si sono fermati. La nave Excelsior ha condotto 1.731 migranti a Catania. Di questi, 500 sono stati trasferiti nel centro di accoglienza di Caltanissetta, mentre gli altri a Trapani e a Napoli. La nave traghetto Clodia, arriverà questa mattina alla base della Marina militare di Taranto con a bordo 1040 immigrati tunisini che, probabilmente, saranno scortati alla tendopoli di Manduria.

Insomma, gli immigrati trasferiti dall’isola negli ultimi due giorni sono oltre 3.600 e la situazione sta tornando alla normalità. Tuttavia a Lampedusa sono rimasti circa 1.400 migranti, cifra che comprende i 921 arrivati da ieri in 11 sbarchi e i circa 250 minori ospitati nella base Loran e che sono stati tutti identificati. C’è ancora incertezza sulla destinazione finale dei passeggeri. Il piano illustrato dal ministro Maroni agli enti locali prevede che ogni regione, ad esclusione dell’Abruzzo, dovrebbe ospitare un campo per extracomunitari. In realtà le uniche tendopoli allestite (oltre a Chinisia, Caltanissetta, Santa Maria Capua Vetere, Manduria e Potenza) si trovano al Mezzogiorno. Soltanto la Toscana, che ospiterà 300 migranti tra Firenze, Livorno, Grosseto e Arezzo, ha risposto all’appello del ministro. Sono ancora incerte le altre destinazioni come l’arena Rock di Torino (bloccata dal sindaco Sergio Chiamparino), Montichiari (Brescia), Vipiteno (Bolzano), Padova, Tarquinia (Viterbo), Fermo. Le decisioni finali sulle nuove tendopoli sono attese per domani, nel secondo round del vertice tra governo, regioni e enti locali a Palazzo Chigi. E dopo l’esito della missione di Maroni in Tunisia.