Sulle banche Idea “costringe” il governo a tutelare i risparmiatori truffati
19 Settembre 2017
Doveva essere votata oggi al Senato, ma alla fine il governo ha preferito rinviare tutto. Stiamo parlando della mozione sulle banche presentata da Idea – Popolo e Libertà – il cui primo firmatario è il senatore Andrea Augello – che in sostanza chiedeva l’allargamento della platea degli obbligazionisti aventi diritto ai rimborsi dopo il fallimento delle banche e l’introduzione nel nostro ordinamento dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici per tutti gli amministratori che si rendano responsabili dei crac bancari. Richieste contenute anche in altre mozioni simili presentate dalle opposizioni. Ma non in quella del Pd che questa mattina, forse nel tentativo di annacquare la discussione, si è presentato in aula con un’altra proposta che non faceva minimamente accenno alle richieste avanzate dalle opposizioni.
Proposta che, però, non aveva i numeri necessari per essere approvata. Di qui la decisione del governo di rinviare il voto perché costretto a prendere in considerazione le richieste delle opposizioni. Ed è questa la novità che fa cantare vittoria a Idea. “Rivendichiamo il merito di aver messo, insieme agli altri gruppi di opposizione e ai colleghi di Mdp, il governo nelle condizioni di dover tornare sulle sciagurate decisioni prese con il maxi emendamento al decreto sulle banche venete, e di aver aperto una prospettiva affinché i risparmiatori possano essere rimborsati e le responsabilità degli amministratori non passino in cavalleria” ha dichiarato il senatore e leader di Idea Gaetano Quagliariello. Perché di fatto, fino ad ora, il governo aveva sempre tergiversato sia sulla possibilità di poter rimborsare quei risparmiatori rimasti a secco a seguito dei fallimenti bancari, sia, soprattutto, sull’ipotesi di accertare con maggiore chiarezza le responsabilità degli amministratori, prevedendo le relative pene.
Infatti, nelle tre grandi operazioni di salvataggio bancario che si sono susseguite dal 2014 ad oggi, da Banca Etruria (e le altre coivolte), alle Banche venete, passando per Mps, il governo ha preso provvedimenti diversi per situazioni sostanzialmente simili. Quasi fotocopia. Se da un lato ha rispettato la direttiva europea sul salvataggio bancario, ad eccezione del caso Mps (dove ha richiesto l’autorizzazione per un salvataggio di Stato), dall’altro non ha mai applicato la direttiva che prevede il rimborso dei risparmiatori. Per cui, se nel caso Mps sostanzialmente nessuno ha perso nulla, le cose sono andate diversamente per i correntisti di Banca Etruria & Co. e delle Banche venete.
In virtù di ciò, la mozione di Idea aveva proprio questo obiettivo: mettere il governo nelle condizioni di rivedere quanto deciso con il decreto di salvataggio delle banche venete varato a luglio, quando l’esecutivo si è rifiutato di inserire provvedimenti di rimborso dei risparmiatori. Insomma, in attesa di sapere se e come il governo recepirà le richieste delle opposizioni, da quanto detto, una cosa emerge con chiarezza: alla fine dei conti, chi ha sbagliato il più delle volte è rimasto impunito, e chi è stato truffato è rimasto al verde. Altro che “tuteleremo i risparmiatori” come ha dichiarato più volte Renzi. Ora sì che si capisce bene (qualora ce ne fosse ancora bisogno) perché il segretario Dem cerca di impedire ai risparmiatori arrabbiati, pur se rappresentati da un’innocua signora di una certa età, di manifestare alle kermesse piddine.