Se Padoan guarda Renzi, l’Italia cadrà nel fosso

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Se Padoan guarda Renzi, l’Italia cadrà nel fosso

Se Padoan guarda Renzi, l’Italia cadrà nel fosso

17 Luglio 2017

Sprizza ottimismo, il ministro Padoan, dopo che Bankitalia, con toni insolitamente filogovernativi, ha alzato di qualche zero virgola le previsioni di crescita per l’Italia, +1,4% per il 2017. Sono solo stime, ma il ministro parla di “salto di qualità” per il nostro Paese, aggiungendo che “i prossimi anni saranno migliori di quelli passati”. 

Padoan sposta quindi l’asticella in avanti nei territori delle promesse, come sono abituati a fare i renziani, promesse come il contenimento del debito pubblico, che in questi anni ha continuato a crescere, o la riduzione del peso del fisco, che incide per oltre il 43 per cento sulle tasche di chi lavora. 

L’unico aspetto su cui, a differenza del suo ex premier, Renzi, l’unica cosa su cui Padoan sembra mostrare maggiore cautela, è la presunta abolizione del “fiscal compact” europeo, annunciata o minacciata che dir si voglia dal segretario Pd. Padoan sa quanto le regole sui conti pubblici non siano una mera invenzione degli eurocrati, ma influiscano sullo spread, sui tassi d’interesse, sui titoli dello stato, e in definitiva sulle speculazioni finanziarie, ed invita a non fare “battaglie ideologiche”. 

Ma è ideologico chiedersi quanto sia legittima l’enfasi renziana sull’Italia che torna a crescere? Quale crescita? La disoccupazione, in particolare quella giovanile, continua ad essere un dato superiore a quello della media europea. I nostri giovani, e anche meno giovani, questa estate andranno all’estero per cercare delle opportunità di crescita professionale, più che andarsi a fare una vacanza. 

Il nostro Paese continua a non essere attrattivo per gli investitori esteri. La pressione fiscale come abbiamo visto è oppressiva, mentre aumentano le nuove povertà, milioni di persone che al massimo riescono a tirare avanti con qualche sussidio o arrangiandosi, e se la casa al mare ce l’hanno, magari se l’affittano per tirare su qualcosa.

L’impressione, ancora una volta, è che i balletti del segretario Pd e di chi lo asseconda dentro il governo siano solo propaganda elettorale sul piano interno, e all’esterno un modo per persuadere ancora una volta Bruxelles ad allargare i cordoni, concedendo un altro giro di giostra di flessibilità, scambiando più debito magari in cambio di altri migranti da accogliere nel nostro Paese, visto che il resto dell’Europa non li vuole.