Islamici in rivolta a Gerusalemme, un altro bel regalo dell’Unesco
17 Luglio 2017
I membri dell’organizzazione islamica Waqf, che si occupano del controllo e della gestione degli attuali edifici musulmani intorno al Monte del Tempio, nella città vecchia di Gerusalemme, stanno inscenando una serie di proteste e istigando alla violenza contro le misure di sicurezza messe in atto da Israele. Gli attivisti del Waqf non intendono, infatti, cedere alle nuove misure che comprendono anche controlli con metal detectors e screening, presi come conseguenza dell’attacco terroristico palestinese avvenuto venerdì scorso.
Forse proprio perché tre dei ‘funzionari’ del Waqf sono stati messi in stato di arresto perché sospettati di essere complici dell’attentato terroristico, gli altri membri della organizzazione si sentono in diritto ed in dovere di protestare e di fare resistenza. Addirittura, secondo quanto riporta il Jerusalem Post, già domenica la comunità islamica ha diffuso un messaggio in cui si consigliava ai fedeli musulmani di evitare l’accesso al complesso, e circa 200 persone si sono poi riunite in segno di protesta fuori la Porta delle Tribù. I manifestanti hanno persino chiesto al re Abdullah di Giordania e al resto del mondo musulmano di intervenire, ma soprattutto di interferire, al fine di ripristinare quanto prima lo status quo, la situazione precedente l’attacco.
Tra la folla si sono anche alzate grida di protesta contro la polizia: “Disgraziati, ne abbiamo abbastanza, ci state soffocando! Al-Aksa appartiene ai musulmani!”. Stando a quanto riporta poi The Times of Israel sono decine gli uomini che bloccano i fedeli per impedire che si sottopongano alle misure di sicurezza. Mentre la polizia riferisce che alcuni dei manifestanti – anche palestinesi – hanno cominciato a lanciare pietre alle forze dell’ordine. La porta del Monte del Tempio è praticamente da sempre strumento utile si palestinesi per alimentare la violenza contro Israele. Nei primi anni 2000 i palestinesi usarono una visita al Monte del Tempio di Ariel Sharon come pretesto per lanciare una campagna terroristica in grande stile contro Israele.
Una decina di gironi fa, per esempio, l’agenzia dell’Onu per la cultura e la scienza, in poche ore, ha “islamizzato” i siti sacri ebraici a Gerusalemme e ad Hebron. Nella riunione annuale a Cracovia, l’Unesco aveva già definito Israele “potenza occupante”, e due giorni dopo, sempre l’Unesco aveva tolto al popolo ebraico la sovranità sulla Tomba dei patriarchi a Hebron, la città dei patriarchi biblici. Decisioni scellerate e storicamente infondate che sono alla base dell’atteggiamento di aperta rivolta degli islamici che si respira oggi a Gerusalemme. I musulmani si sentono legittimati a inscenare le proteste, salvo poi stracciarsi le vesti e gridare al “fascismo” se Israele interviene per riportare l’ordine.