Anche il Quebec ha il suo ragionier Fantozzi
25 Dicembre 2007
contemporanea o un inferno del politically correct?
Dopo avere visto al cinema le “Età barbariche” di Denys
Arcand, il cui titolo originale francese
“L’age des tenebres” rende anche meglio l’idea, nessuno nutrirà più dubbi nel
scegliere la seconda opzione.
Il regista che già fece ridere amaro gli spettatori
dell’indimenticabile “Le invasioni barbariche” stavolta calca la mano con
sarcasmo sulle manifestazioni di tolleranza multi culturale canadesi attraverso
gli incubi erotici, meglio le visioni, del protagonista del film, il povero
Jean Marc interpretato da Rufus Wainwright.
Jean Marc è un impiegato
ministeriale del Quebec impegnato presso l’Ufficio dei reclami sanitari.
Sua moglie è un’agente immobiliare
in costante ascesa professionale. Le sue due figlie vivono in un mondo fatto di
video e di ipod e non comunicano con lui. Non gli resta allora che sognare.
Sognare di avere solo per sè una donna bellisima e pronta ad offrirsi a lui quando
lo desidera, oppure di essere un noto scrittore o intellettuale sempre in grado
di trovare una fan che straveda per lui.
A quel punto del film gli incubi erotici del protagonista si
trasformano in fantasie di violenza contro il sistema di apparente tolleranza
del Quebec. Un sistema che viene inculcato attraverso i sensi di colpa
imposti un’intera società. Così Jen Marc
si iscrive a uno “speed – dating” per sostituire la moglie che nel frattempo ha
scelto la carriera. E lì incontra la donna che aveva sempre cercato: una che i
suoi sogni è riuscita a realizzarli artificalmente. Una che vuole credere di essere una dama medioevale e, insieme a un
consistente gruppo di altre persone, partecipa a incontri e tornei in costume.
E lui per conquistarla tocca pure
partecipare alle giostre di combattimento con tanto di lance e spade
Alla fine il film diventa una
efficace e molto sarcastica denuncia contro il relativismo contemporaneo e i
suoi grotteschi effetti collaterali. Persino più efficace di tante prediche che
finiscono spesso per sortire l’effetto opposto.