A 48 ore dalla tragedia per Viareggio è ancora un inferno

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A 48 ore dalla tragedia per Viareggio è ancora un inferno

01 Luglio 2009

Il giorno dopo il disastro ferroviario che ha colpito Viareggio, via Ponchielli, la strada colpita da un’immane palla di fuoco è uno spettacolo lugubre di case annerite, alberi bruciati e auto disciolte. Anche se le speranze di trovare qualche superstite sono ridotte al lumicino si continua a scavare. Contemporaneamente alle ricerche dei soccorritori sono iniziati anche i sopralluoghi del genio civile e dell’ufficio tecnico del Comune di Viareggio. Già in mattinata sono stati abbattuti con le gru balconi, tettoie ed elementi pericolanti.

Prima di poter far rientrare i proprietari dei palazzi distrutti, per cercare di recuperare gli effetti personali, la zona dovrà essere messa in sicurezza e scongiurati eventuali pericoli di crolli. Una buona notizia è che, con l’assistenza dell’ufficio legale del Comune, i proprietari potranno avvalersi dell’assicurazione delle ferrovie. Da domani invece gli abitanti dei palazzi vicini potranno rientrare nelle loro case, anche se sull’asfalto rimangono pezzi di copertone, cd masterizzati e addirittura qualche soprammobile che si trovava all’interno delle case.

Per quanto riguarda le indagini sulle cause del disastro, “al momento il fascicolo è a carico di ignoti”, dice il procuratore di Lucca, Aldo Cicala. In riferimento all’ipotesi secondo cui l’incidente sarebbe stato causato dal cedimento strutturale di un carro, il procuratore si è trincerato dietro un laconico “Stiamo verificando”, aggiungendo però che gli inquirenti hanno “chiesto tutti i documenti necessari a fare chiarezza sul caso”. Cicala ha poi ricordato che ieri sono stati ascoltati i macchinisti, anche se la priorità è un’altra: “Ci stiamo occupando dei deceduti per fare il punto della situazione e rendere più rapide possibile le procedure per restituire i corpi alle famiglie”.

Domani il procuratore terrà una conferenza stampa per esprimere sostegno alle vittime, oltre all’impegno della Regione Toscana a costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari. Le decisioni sono frutto di una mozione bipartisan approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana. L’atto, inoltre, impegna la Giunta, per quanto “di sua competenza”, ad attivarsi in tutte le direzioni utili sul fronte sicurezza, in particolare sulle procedure di controllo e le modalità di certificazione del trasporto di merci pericolose.

Bisognerà infine monitorare la situazione dei fondi, in modo tale che l’Agenzia per la sicurezza venga dotata degli strumenti e delle risorse previsti fin dal 2007 e perché siano stanziati 1,3 miliardi di euro per il rinnovo del parco “carri”. E’ stato votato anche l’intervento su Ferrovie dello Stato al fine di incrementare gli investimenti.

La Giunta dovrà poi attivarsi su Governo, Parlamento e Ferrovie per promuovere una modifica nelle norme europee sulla revisione dei carri che trasportano merci pericolose (non più ogni sei anni ma ogni due), ponendo sino ad allora il limite di velocità nell’attraversamento di centri abitati a 50 chilometri orari.

Sono comunque 17 i morti e circa mille gli sfollati del disastro di Viareggio. Per loro, per chi non ha più una casa, la notte scorsa è trascorsa tranquilla: alcuni sono stati ospitati a casa di amici, altri sono alloggiati negli alberghi messi a disposizione dal Comune. Altri ancora si sono rifugiati nella tendopoli sistemata davanti alla sede del Comune o nella palestra di una scuola, dove è stata improvvisata anche una mensa.

Non ce l’hanno fatta a superare la nottata i due bimbi salvati dalle macerie provocate dalla terribile esplosione. Una bimba di tre anni era stata ricoverata all’ospedale pediatrico Bambino Gesù con ustioni sul 90 per cento del corpo e uno shock emodinamico. La piccola, della quale non si conosce ancora il nome, se n’è andata da sola, senza parenti al suo capezzale. Della piccola si sa solo che aveva origini straniere e che era giunta in ospedale alle 6 di ieri mattina in eliambulanza. È morto anche Lorenzo, il bimbo di 2 anni e mezzo che era stato ricoverato ieri in condizioni disperate all’ospedale Meyer di Firenze per le scottature. Il bambino, anche lui con ustioni nel 90 per cento, è stato dichiarato morto dai sanitari dell’ospedale nella tarda serata di ieri. I suoi genitori sono ricoverati uno a Pisa e l’altro a Padova.

Delle 17 persone che hanno perso la vita nel disastro, sono 12 i corpi carbonizzati che non sono ancora stati identificati e che verranno sottoposti agli esami del Dna. Sono 31 i feriti ricoverati in diversi ospedali, 10 dei quali in gravissime condizioni. Nel frattempo continua il trasbordo del Gpl dai carri cisterna ribaltati a Viareggio avviato già durante la notte. “Un’attività che sta avvenendo con le massime precauzioni” come ha assicurato il ministro dei Trasporti Altero Matteoli in una informativa urgente alla Camera.

Dell’incidente si sa di sicuro solo che il treno era composto da 14 carri cisterna trasportanti butano, trainati da una locomotiva elettrica Trenitalia. Dopo 15 traverse (circa 9 metri), la ruota sinistra del primo carro è caduta all’interno del binario. In seguito allo “svio”, il carro ha urtato il marciapiede del binario dispari: il treno ha proseguito per tutta la stazione fermandosi a circa 200 metri dopo il marciapiedi, con le prime cinque cisterne ribaltate verso sinistra, le successive 2 sviate ma ancora in asse e le ultime 7 rimaste sul binario. In totale il treno ha percorso, dopo essere sviato, circa 500 metri. L’incendio è stato provocato dalla fuoriuscita del gas dalla cisterna del primo carro e dalla sua successiva deflagrazione.

Tutto il resto è un continuo incrociarsi di accuse e smentite tra le Ferrovie dello Stato, i sindacati, il ministero dei Trasporti e la Gatx Rail Europe, la società proprietaria dei vagoni. Il ministro Matteoli ha smentito categoricamente le accuse rivolte dai sindacati sulla riduzione delle risorse da destinare alla manutenzione e alla sicurezza della rete ferroviaria: “Abbiamo sempre dato priorità alla sicurezza della rete e degli impianti, cosa ampiamente testimoniata dalle risorse destinate per tale finalità nei piani delle Ferrovie dello Stato”. Per le Ferrovie – in merito alle quali l’Amministratore delegato Mauro Moretti tiene a sottolineare che “in Europa, i treni italiani sono al primo posto per la sicurezza” – l’ipotesi da valutare è piuttosto quella del cedimento di un carro del vagone che conteneva il Gpl.

“Ora bisogna verificare che quel carro sia stato effettivamente sottoposto a manutenzione”, afferma l’Ad Moretti anticipando che se il controllo è stato eseguito correttamente “allora occorrerà guardare alla normativa europea per cambiarla ed eventualmente migliorarla”. Poi il numero uno di Ferrovie dello Stato ha chiarito che il taglio dei fondi non può in alcun modo aver inciso sulla sicurezza in Italia perché Trenitalia e Fs logistica non hanno sovvenzioni dallo Stato ma contratti di servizio. Una teoria sostenuta anche dalle dichiarazioni dell’assessore regionale toscano alla Difesa del Suolo Marco Betti, per cui “la ruggine aveva parzialmente corroso il carro”.

Dal canto suo la Gatx Rail ha inviato un tecnico a Viareggio per collaborare con le autorità italiane nell’indagine sulle cause dell’incidente. L’amministratore delegato Johannes Mansbart non ha voluto commentare le varie ipotesi circolate sui giornali italiani: nel caso in cui a provocare il disastro sia stato un cedimento strutturale dei vagoni, infatti, la responsabilità ricadrebbe nella società americana perché proprietaria, e non di chi ha affittato il mezzo. Secondo quando ha diffuso il ministero questa mattina il carro era stato sottoposto alla prevista revisione lo scorso 2 marzo 2009 e dai primi accertamenti non emergerebbero irregolarità.